10 anni di sapere Rotating Header Image

gennaio, 2011:

Era appena capitata la Prima Grande Espansione Semiautomatica

A dirla tutta, quando a gennaio 2001 partì il progetto Wikipedia andai anche a dargli un’occhiata. Il mio commento (non scritto da nessuna parte, perché il blog l’avrei aperto solo otto mesi dopo): “interessante, ma che ci posso fare io? non è che il mio inglese sia così perfetto, anzi flawless, da poter contribuire”. Da qua si può evincere che dieci anni fa non avevo ancora il mio attuale delirio di onnipotenza, e che ero così timidone da non pensare nemmeno a proporre una versione italiana.

.mau. (notati i punti prima e dopo 'mau'? o entrambi, o nessuno, per favore!)


Con tutte le altre cose da fare nella vita, ho lasciato perdere la cosa per tre anni e mezzo, fino a che a luglio 2004 un losco individuo (l’attuale Vicepresidente di Wikimedia Italia, mica susine subsahariane!) mi chiese se poteva riciclare le mie Pillole di Teoria musicale per Wikipedia in lingua italiana. Gli diedi la mia risposta standard (“fa pure, basta che non debba perderci tempo io”), ma sono poi andato a vedere cosa c’era su questo it.wikipedia.org; era appena capitata la Prima Grande Espansione Semiautomatica ed erano stati inserite le voci su tutti i comuni d’Italia, portando il totale delle voci oltre l’allora incredibile quota di 20000 (ventimila). Pensando di poter fare qualcosa anch’io per l’enciclopedia, iniziai le prime flame con gli altri iscritti… e poi mi misi di buzzo buono a inserire le voci di base di matematica che naturalmente mancavano ma fortunatamente erano già presenti nella versione in inglese.

Quando a inizio 2005 si cominciò poi a discutere della creazione di Wikimedia Italia, da buon casinista mi ci sono fiondato e così mi sono trovato a Canino assieme agli altri sedici sciamannati, mentre mi trovavo nella curiosa situazione di essere uno degli unici due che non erano sysop di it.wiki (l’altro era sempre l’attuale Vicepresidente di Wikimedia Italia). Il resto è storia, contemporanea ma pur sempre storia.

.mau. (Maurizio Codogno)

Tavola domenicale #2

(CC-BY-SA jess3.com)

La nostra seconda settimana di vita ha visto le storie di M/, Virginia Gentilini, Carlo Vaccari, Sue Gardner e Gianfranco.

Se tutte queste storie con Wikipedia vi hanno incuriosito, vi segnaliamo il progetto “The State of Wikipedia”, a cura di Jess3, uscito in occasione del decimo compleanno che racconta Wikipedia con un video (che vedete qui sotto), una infografica e un aggregatore.

Buona visione!

The State of Wikipedia from JESS3 on Vimeo.

Grazie, Wiki

Gianfranco, il primo utente che l’edizione in italiano ricordi, festeggia così il decimo compleanno di Wikipedia:

Grazie Wiki,

Il logo di Wikipedia nel 2001


oggi si segnano 10 anni di vita di questo Progetto e, prima di festeggiare, credo doveroso porgere un sentitissimo grazie a tutti i Wikipediani ed a tutti i lettori di Wikipedia. Ciò che è stato fatto in questi 10 anni è qualcosa di gigantesco, straordinario, un successo senza paragoni nell’ambito specifico ed un fenomeno senza precedenti in termini assoluti. Tutto questo lo dobbiamo a ciascuno di quelli che hanno editato nell’enciclopedia che ciascuno può editare. E vorrei che la gioia di poter fare un bilancio come quello che il Progetto fa oggi sia gioia di tutti e comune orgoglio.

Grazie perciò a tutti i Wikipediani per ciascuno dei loro edit, dal più insignificante al più sofferto, tutti ugualmente cari a ciascuno di noi lettori perché tutti hanno portato questo Progetto a crescere sino a rappresentare il più straordinario lavoro condiviso sino ad oggi conosciuto.
Grazie per aver portato questo Progetto ad essere allo stesso tempo l’enciclopedia con più contenuti, l’opera dell’Uomo con più collaboratori, il quinto sito web del Pianeta ed una tappa fondamentale della storia di Internet.
Grazie per aver consentito che Wikipedia incarnasse e consolidasse lo spirito originario della Rete, nata per consentire il progresso umano attraverso la libera condivisione delle conoscenze.
Grazie per aver aiutato questo Progetto a dimostrare che l’Uomo sa realizzare cose grandi anche quando non è il profitto lo scopo che le ispira e quando non è la gloria la remunerazione cui si può ambire.
Grazie per aver portato in Wikipedia le vostre emozioni, la vostra allegria, la vostra pazienza, la vostra pulizia morale ed intellettuale, la vostra creatività, la vostra voglia di esplorare sentieri non ancora percorsi camminandoci insieme.
Grazie per aver aiutato Wikipedia a diffondere i principi della neutralità e del consenso, proponendo un modello di interazione intellettuale prima di essa meramente utopico ed oggi invece pian piano sempre più noto e – chissà – forse un po’ più condivisibile.
Grazie per aver dato a ciascuno di noi lettori la stimolante percezione della raggiungibilità del sapere, evidenziando che il sapere deve essere alla portata di ciascuno, senza barriere sociali, economiche, politiche, religiose, etniche, o di qualunque genere, perché il sapere è una sorgente cui ciascuno deve potersi abbeverare in quanto diritto naturale di ciascuno. Se un giorno qualcuno, da qualche parte del Mondo, potrà migliorare la propria condizione perché Wikipedia lo avrà aiutato ad approcciarsi al sapere, se anche fosse una sola persona (e saranno di più), quel solo successo varrà tutto quello che è stato fatto in questo Progetto e tutta la fatica che ci avete messo, tutto l’impegno che ci avete speso, tutto l’amore che avete regalato a Wikipedia.

Grazie Wikipedia, grazie a tutti quelli che la fanno, grazie a tutti quelli che la leggono.

E’ un grazie commosso, sincero, gioioso, la cui profondità le parole che conosco non bastano a descrivere. Ci sono ancora tante tappe da doppiare, tanti traguardi da raggiungere, tanto sapere da distribuire. Ma se tiriamo un attimo il fiato e ci guardiamo intorno, almeno per oggi vorrei che tutti potessimo condividere e vivere insieme l’orgoglio di aver fatto qualcosa di veramente straordinario.

Grazie :-D
–g

Felice decimo anniversario, Wikipedia!

Anche Sue Gardner, Executive Director di Wikimedia Foundation, ha la sua storia da raccontare:

Ten years ago today, Jimmy Wales typed Hello World! into a wiki, and Wikipedia was born.

(CC-BY-SA Lane Hartwell)


Today, Wikipedia’s the fifth most-popular site on the internet, and the only site in the top 25 that provides a wholly non-commercial public service, backed by a non-profit. It’s the largest collection of information ever assembled in human history: free to use, and free of advertising. If you’re reading it, it’s for you :-)

The anniversary’s an opportunity for us all to reflect on Wikipedia: its social impact, and what we want to accomplish in the next ten years. There’s been a lot of thoughtful media coverage over the past few weeks: you can read a lot of it here.

What makes me happy about the coverage is that it seems like people’s attitudes towards Wikipedia have finally turned an important corner.

In its early years, Wikipedia was one of our culture’s dirty little secrets: everybody used it, but very few were comfortable saying so. For the longest time, the only people who openly admitted loving Wikipedia were early adopters and iconoclasts.

Today though, journalists, educators and culture critics are finally embracing Wikipedia, acknowledging that its strengths vastly outweigh its weaknesses, and that its fundamental premise works. (A reporter told me the other day that mocking Wikipedia is “so 2007.” LOL.)

So today, we celebrate all the people who built this extraordinary thing. The engineers who made the code. The people who write the articles, fix the typos, smooth the text, localize the software, answer readers’ mail, and fight off vandals and POV-pushers. The donors, who pay the bills.

I invite you to check out this page, where there are listed (at last count) 454 Wikipedia anniversary parties, conferences, film screenings and other events. If you can come to one –even if you’ve never edited or even ever met a Wikipedian– please do!

And if you can’t be with us in person, why not do a little celebratory editing? Wikipedia wants your help: here’s a really great place to get started.

Thank you to everyone who’s helped to build Wikipedia. What you’ve done is amazing. Happy anniversary!

Sue Gardner, Executive Director

Un wikipediano non è solo un giovane smanettone, nerd e tuttologo

Auguri!!
Io ho iniziato solo da quattro anni a modificare Wikipedia, prima per anni ho solo “guardato”.


Devo dire che non mi ritrovo nell’immagine che danno i media del “wikipediano”: un giovane smanettone un po’ nerd che fa il tuttologo. Ho più di 50 anni, tre figli, dirigente di ricerca, insegno (materie varie informatiche) all’università da dieci anni.

Nel compleanno di Wikipedia, cui negli anni ho contribuito volentieri anche con piccole somme, sono andato a rivedere i miei (modesti) contributi … che tenerezza!
In pratica una storia dei miei interessi, sia lavorativi che personali: personaggi, spunti da letture e passioni di ogni tipo, dal software libero alla moto alla via Francigena alle poesie che amo!

Ora a breve cambierò tipo di lavoro e avrò più tempo per me e per Wikipedia … a presto!

Carlo Vaccari

Dal bestiario della rete è apparsa Wikipedia

Alla fine del 2000 ho cominciato a lavorare per una grande biblioteca pubblica che sarebbe stata aperta di lì a poco, una biblioteca che nei suoi anni d’oro è stata un fiore all’occhiello fra le biblioteche italiane. Uno dei suoi aspetti innovativi consisteva in una grande sala di consultazione, abbastanza unica nel suo genere, che avrebbe offerto a tutti i cittadini (e non solo agli studiosi di professione e agli studenti) una collezione ampia e aggiornata su tutti i temi, in particolare di attualità. La biblioteca pubblica è per definizione “generalista”, ha quindi l’ambizione di coprire tutti i campi del sapere, anche se non vuole farlo con lo stesso livello di approfondimento, per esempio, di una biblioteca universitaria.

Der Bücherwurm, dipinto di Carl Spitzweg


In questo caso l’idea era particolarmente ambiziosa: pensate a personale dedicato specificamente al reference (persone a disposizione per rispondere alle vostre domande, qualunque esse siano), risorse finanziarie per acquistare enciclopedie, dizionari, manuali, banche dati in italiano e in alcune lingue straniere, e molti progetti intorno (un servizio online di assistenza alla ricerca, la compilazione di abstract per le opere più complesse, l’arricchimento del catalogo online della biblioteca e così via).

La sala di consultazione era una splendida sala dell’inizio del ‘900, con un soffitto in vetro, pareti affrescate e grandi tavoli di legno scuro per leggere, studiare e consultare internet. Sì, perché fin da subito l’idea era stata offrire l’accesso ad internet nello stesso contesto in cui si offriva la possibilità di fare ricerche sui libri, come se si trattasse di una risorsa aggiuntiva ma ancora un po’ misteriosa, per usare la quale le persone avrebbero forse chiesto il nostro aiuto come lo chiedevano per decifrare la logica arcana degli indici della Treccani.

Qualche limite nell’idea che stava alla base del progetto emerse quasi subito.
Faticavamo a trovare qualcosa che colmasse la lacuna tra la grande enciclopedia-mostro italiana (mostruosa nelle dimensioni, nella statura degli autori delle voci, nella vastità dell’impianto, e, generalmente, nella data di uscita dell’ultimo volume degli aggiornamenti, sempre collocata in un passato piuttosto remoto) e gli agili dizionari enciclopedici prodotti dall’editoria americana e inglese su praticamente ogni tema possibile (il dizionario dei supereroi, dei disastri naturali, delle credenze paranormali…) che si sarebbero forse più avvicinati all’idea della collezione per tutti.

La sala era sempre pienissima, il nostro aiuto abbastanza richiesto, occasioni per mettere in risalto la nostra collezione comunque ricca ce n’erano, ma su tutti il servizio maggiormente richiesto era sempre l’accesso ad internet, la sala veniva chiamata “la sala internet”, e della rete si faceva un uso solipsistico, quasi geloso, e completamente slegato da quello dei libri.

Per anni abbiamo affrontato la situazione nel nome dell’integrazione: stava a noi far sapere alle persone che le loro ricerche in rete sarebbero rimaste monche e superficiali senza adeguate verifiche su opere più autorevoli, riscontri incrociati, verifica delle fonti e così via. Molti forse ricordano ancora gli elenchi di “link utili” che in quegli anni si trovavano praticamente su ogni sito, compresi quelli di istituzioni di ricerca come le biblioteche. Non ce ne siamo fatti mancare neppure noi, naturalmente sbattendo subito il naso contro url mutanti, risorse che cambiavano contenuti e paradossi concettuali in cui un bibliotecario potrebbe perdersi e mai più ritrovarsi (link interessanti per chi? ordinati come? eccetera).

Finché dal bestiario della rete è apparsa Wikipedia, un animale sconosciuto con testa di leone, coda di serpente e contenuti che a prima vista, e in quei primi anni, era abbastanza facile irridere per la loro incompletezza, le fonti sconosciute, e naturalmente, l’horror vacui dell’anonimato: non si sapeva chi le avesse scritte, quelle voci! Niente poteva costituire un invito a nozze migliore per sfoderare l’intero armamentario della coscienza professionale di un bibliotecario.
Salvo cominciare ad interrogarlo, quell’animale, dapprima con ostentata circospezione (guardo cosa dicono qui e poi vado a controllare). Poi, complice Google, in modo più frequente (la voce di Wikipedia è nella prima videata di risultati, un motivo ci sarà). Infine, in modo completamente naturale (9 volte su 10, quello che dice Wikipedia è corretto e sufficiente, e se non lo è la voce italiana, lo è quella inglese). Alla fine, good enough is good enough, spesso anche per un bibliotecario, specie se di biblioteca pubblica.

Nel frattempo, l’editoria italiana di reference è praticamente defunta. L’unica cosa che conserva al settore una parvenza di vita è lo spaccio di Garzantine non particolarmente aggiornate effettuato dalle edicole. Sono utili, facili, costano poco, riempono la libreria, insomma hanno lo stesso appeal un po’ nostalgico del grande libro delle ricette della nonna. Ma gli editori esteri non hanno saputo fare di meglio: la gloriosa Britannica è oggi online arricchita da banner pubblicitari di ogni tipo, Microsoft ha abbandonato definitivamente Encarta, nessun editore serio prenderebbe in considerazione l’idea di pubblicare una nuova enciclopedia generale.
Alla fine, Wikipedia ha colmato la lacuna o, almeno, è sulla buona strada per farlo. Se il mercato editoriale italiano era troppo piccolo per sostenere la pubblicazione del dizionario dei supereroi, Wikipedia può parlare di supereroi fin quanto se ne sentirà il bisogno. Ma soprattutto, Wikipedia è nella rete, e internet non è più la risorsa aggiuntiva da integrare nel mondo della conoscenza, quanto il contrario: la rete è il mondo, e sono la conoscenza codificata (e la biblioteca come istituzione che la ospita) che devono oggi trovarsi un posto in quel mondo. Nelle enciclopedie-mostro c’è davvero un mare di conoscenza da diffondere, ma l’unico posto in cui valga la pena farlo è la rete.

Voglio immaginare un giorno in cui l’Istat non chiederà più agli italiani quanti libri hanno letto nell’ultimo anno ma quante voci di Wikipedia hanno corretto. Se il paragone non vi convince, chiedetevi se sia più educativo scrivere una voce su Stacy X o leggere il grande libro delle ricette della nonna.

Virginia Gentilini

Un percorso entusiasmante

La 'M', seguita da un segnaccio obliquo, è sempre stato il mio modo strambo di segnare le mie cose, i miei libri e da qualche anno a questa parte anche ciò che vado scrivendo occasionalmente su Internet.


Sì, è stato un percorso entusiasmante, dalla prima modifica al primo confronto sul nascente “progetto Comuni“, dal primo approccio con l’enciclopedia alla caccia a spam e vandali, dalle prime interazioni con la struttura fino alla stesura dello statuto che ha visto la nascita di Wikimedia Italia.

Tra il 2004 e il 2005 è stato un fiorire di relazioni tra utenti, di confronti in mailing list, in chat e anche “de visu”, con i primi raduni e la partecipazione ad agosto 2005 a Wikimania, il primo raduno internazionale dei Wikipediani.
Proprio grazie all’interazione con i diversi progetti wiki nelle varie lingue è iniziato il mio impegno nell’area di coordinamento che si è ulteriormente ampliato dal 2006 con i compiti di Steward.

Auguro buon lavoro a tutti coloro che prima o dopo hanno aiutato e continuano a dare una mano ai progetti di Wikimedia Foundation e mando un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno condiviso qualcosa con me.

M/

Tavola domenicale #1

Si è conclusa la prima settimana di Dieci anni di sapere!

(CC-BY-SA Roberta F.)


Finora abbiamo raccontato le storie di Mattia, Roberto, Eascio, Jimmy Wales e Gianluigi; altre storie ci aspettano per la prossima settimana. Se non ci hai ancora raccontato la tua storia, è il momento di farlo!

In attesa delle nuove storie, puoi dare un’occhiata a tutte le facce di Wikipedia: uno slideshow con le home page di tutte le 260 edizioni, da guardare online o da scaricare e riutilizzare.

Wikipedia non è La Rivoluzione™

È la primavera del 2004, R. ci chiede “volete scrivere su un’enciclopedia?”.

(CC-BY-SA Paginazero)


Io di Wikipedia non avevo ancora sentito parlare, cominciai a visitarne le pagine e già allora – quando la sua edizione in italiano era ancora giovane giovane – mi pareva bella, troppo bella perché il mio goffo contributo potesse esserne all’altezza. Così le prime modifiche le feci da utente non registrato, andando a sistemare virgole, refusi e aggiungendo mezze righe a pagine già scritte.

Fu nell’agosto successivo che decisi di rivendicare il mio contributo a Wikipedia – bello o brutto, importante o marginale che fosse – registrando un mio nickname. Perché finalmente vedevo per la prima volta un’esperienza del web che era fermamente intenzionata a durare nel tempo, ad essere meno volatile di quanto finora internet sembrava. Qualcosa che non sarebbe stato il solito investimento di tempo ed energie a fondo perduto.

Poi vennero i raduni, il “torpedone”, e Wikipedia divenne per me un ottimo pretesto per girare l’Italia più spesso di quanto avessi fatto prima e per conoscere persone che fino a prima erano nomi incrociati su uno schermo.

Wikipedia non è La Rivoluzione™, ma il suo esistere ha una sottile vena anarchica che me l’ha sempre fatta amare.

Gianluigi

Un decennio di grazie!

Anche la voce di Jimmy Wales, il fondatore di Wikipedia, non si fa attendere per festeggiare i dieci anni del progetto e dare uno sguardo al futuro.
Il messaggio video:

Il post:

People throughout the world are gathering at more than 450 events in 120 countries to celebrate Wikipedia’s 10th birthday. I’m amazed and thrilled and humbled by the significant support Wikipedia has in every corner of the world. When I started Wikipedia a decade ago, I never imagined that everyday people in places like Pakistan, Kazakhstan, Nigeria, Bolivia, Ethiopia and Algeria would come together to celebrate Wikipedia in such an extraordinary way.

In ten years, Wikipedia has become so much to so many people. Millions of people came together because they believed that access to free information was important and needed. Thank you to everyone who has contributed. Thank you to the editors, donors and supporters. Thank you to those who believed in our mission and helped us along the way. It’s because of you that Wikipedia exists: thank you for believing in the power of ordinary people to come together to do something remarkable.

It’s my hope that more people are now inspired to join the movement and help us reach our mission: a world in which every single person on the planet is given free access to the sum of all human knowledge. I look forward to working with all of you over the next ten years to reach our goal.
Happy birthday, Wikipedia!

–Jimbo