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Un sapere che non è condiviso è un sapere sprecato

Proseguiamo con la pubblicazione dell’intervista ai wikipediani “storici” francesi, iniziata qui.


Quali erano le tue motivazioni per scrivere: condividere delle conoscenze, promuovere la libera diffusione della cultura, il software libero, altro?

Agli inizi, la nozione di “libero” era abbastanza fumosa per me e non costituiva una motivazione particolare. È solamente partecipando a Wikipedia che ho preso coscienza che alcune derive del sistema di diritto d’autore potrebbero andare contro l’ interesse comune: quello della libera diffusione della conoscenza. ” (Aoineko)

Non sapevo nulla della cultura libera. Dunque, si trattava piuttosto di voler condividere conoscenze e all’epoca, decentrare l’attività redazionale. Creare dei link con delle persone fisicamente e culturalmente lontane. (Anthere)

All’epoca condividere le mie conoscenze, ma anche incoraggiare lo spirito del libero, del gratuito, l’opposizione alla logica finanziaria. Sono, ovviamente, un grande sostenitore dei software liberi e della libera diffusione della cultura e dell’informazione. I diritti d’autore sono una nozione superata e surclassata per le tecnologie dell’informazione! (Tonnelier)

La mia prima motivazione era di correggere qualche errore di battitura che vedevo qua e là e aggiungere link, cosa che allora era impossibile per i siti “bloccati” (Lionel)

Non ricordo le ragioni all’epoca, ma oggi penso che ci fosse una volontà di condividere delle conoscenze, la volontà di apportare la mia pietra a un progetto che mi sembrava (e mi sembra sempre, sul piano concettuale) rivoluzionario, di poter dire “io c’ero”. (Ryo)

Credo che avessimo (abbiamo) tutti la passione per la condivisione. Tutto qui. L’idea che un sapere non è condiviso è un sapere sprecato. (Buzz)

Condividere le conoscenze innanzitutto. Conoscevo il software libero, essendo un utente gnu/linux e un informatico, ma questa non era la mia motivazione. (Julien)

Condividere delle conoscenze, decisamente. (Poulpy)

Era l’idea di trasporre i concetti del software libero ad altri domini, al di fuori dell’informatica, che trovavo seducente. (Polletfa)

Condividere delle conoscenze faceva parte delle motivazioni; non c’era alcun aspetto politico di diffusione della cultura o del software libero, ma solamente pratico. (Bobby)

Io mi feci coinvolgere sempre di più perché presto ho sentito in tutto questo la promessa di vedere i principi del software libero superare il mondo dell’informatica. […] La motivazione era dunque anzitutto politica. (Kelson)

Hai alcuni aneddoti da raccontare sugli inizi di Wikipedia? Come era l’ambiente? C’era tutto da fare probabilmente e delle relazioni differenti tra gli utenti. Puoi raccontari qualcosa?

Al principio, non avevo davvero coscienza che una comunità stava formarsi. Ero molto sorpreso di vedere che qualcuno modificava cose che avevo scritto senza parlarmi. Sembrava un modo di fare piuttosto brutal, perché nel software libero gli sviluppatori discutono di più sul motivo delle modifiche fatte. (Lionel)

Sul piano organizzativo, avevamo fin dal principio i pilastri di Wikipedia, che erano più o meno sufficienti. Mi sembra del resto che la prima versione delle regole finisse grosso modo con “e sentiti libero di non rispettarle”! […] Il ricordo più vivo in me è senza dubbio il primo utente bandito dal sito. Come sostenitore del consenso e della collaborazione di tutti, la necessità del bando fu difficile da accettare. (Aoineko)

La comunità era abbastanza ristretta ma simpatica, e il bar era già la pagina la più editata all’epoca. Penso di essere stato quello che ha aperto il canale IRC, che ha probabilmente accelerato lo scambio dei discussioni e contribuito a rafforzare i link tra i primi contributori. (Hashar)

C’erano talmente tanti soggetti da creare, pagine fondamentali assenti, che avevamo l’imbarazzo della scelta per scegliere cosa scrivere. […] mi ricordo però che c’erano talvolta dei grossi conflitti, che erano difficili da risolvere perché non c’erano tutti i meccanismi del comitato d’arbitraggio. Così abbiamo passato un periodo a discutere come pazzi, a fare i mediatori tra posizioni differenti, ecc. […] il “nucleo” della comunità, i partecipanti davvero attivi, erano abbastanza pochi, forse una cinquantina (cifra aleatoria da considerare con una margine d’errore pari a +200 o -200) di persone molto coinvolte, ci conoscevamo più o meno tutti, imparavamo a lavorare insieme. (Ryo)

Non c’era un ambiente particolare, c’era abbastanza serein (Nick di una utente e “serenità” in francese NdT). In pratica ciascuno contribuiva nel suo piccolo. (Julien)

C’era effettivamente un cantiere immenso dove gli argomenti più importanti non erano ancora molto sviluppati (invece, già dal 2003-2004, grazie a questo lento sviluppo, si sentiva che Wikipedia possedeva più contenuto e potenziale che la maggior parte dei siti a vocazione enciclopedica). (Poulpy)

Aneddoto: un piccolo litigio riguardo ai diritti per alcune fotografie di banconote in euro che avevo aggiunto, che provenivano da un sito web dell’Unione Europea. Ho scoperto come la materia del diritto d’autore possa essere complicata. Per me che sostengo il software libero, questo mi ha fatto male come uno schiaffo. (Yvesb)

L’impressione che avevo è simile ad una banda di cacciatori di tesori in procinto di scavare una buca per trovare dei soldi. Sotto non sanno ancora cosa troveranno. Il tesoro è di una dimensione tale che nessuno avrebbe potuto dirlo, ma tutti lo immaginavano o ci speravano! (Bobby)

Il ricordo di questa epoca (2005) è per lo più segnato dall’inaugurazione del comitato d’arbitraggio […] Il conflitto era per molte persone un battesimo del fuoco, e ciò fu violento e molto istruttivo. Qualche anno più tardi seppi che eravamo stati osservati come ratti da laboratorio. (Kelson)

Ho assistito alla Wikimania di Francoforte nel 2005, e rientro nella dozzina di persone che hanno partecipato a tutte le Wikimania. (Eclecticology)

Fonte; traduzione a cura di JR & Otourly; i wikipediani citati sono i seguenti: Aoineko, Anthere, Tonnelier, Ryo, Buzz, Julien, Poulpy, Polletfa, Bobby, Kelson, Hashar, Yvesb, Lionel, Eclecticology.

One Comment

  1. […] This post was mentioned on Twitter by Giovanni Ornaghi, Gianluigi Filippelli. Gianluigi Filippelli said: RT @WikimediaItalia: Un sapere che non è condiviso è un sapere sprecato… http://bit.ly/igCH9T #WP10 […]

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