10 anni di sapere Rotating Header Image

Storie

Credo sia una parte della mia vita

Non sono molto bravo a scrivere. Penso che scrivere (bene) sia estremamente difficile, anche quando hai qualcosa da dire.
Per questo preferisco tradurre. Ed infatti ho iniziato così, traducendo. La prima voce a cui ho contribuito in maniera corposa è stata “Reticolo di diffrazione“, in sostanza mi sono letto le versioni in Wikipedia in lingua inglese e in francese di quella voce ed ho cercato di “metterle insieme” in maniera sensata.
È molto bello guardare quelle due voci, ti fa capire cos’è la “cultura” di un popolo: nella versione inglese si trova l’informazione che il primo reticolo è stato realizzato nel 1785 da un tale (David Rittenhouse) usando dei capelli tirati tra due viti, in tutta la voce si legge una sola formula (quella che uno studente medio chiamerebbe la “formula fondamentale del reticolo”); mentre nella versione francese la trattazione matematica è più strutturata (ed elegante) e non si fanno riferimenti a come si costruisce un reticolo. Nella versione italiana ho cercato di dare spazio ad entrambi gli approcci. Tutto questo rimane valido a grandi linee per tutte le voci, in particolare di fisica, che ho avuto modo di incrociare.

(CC-BY-SA, Jaqen)
Cristian, nei panni di intervistatore, per wiki@home


Ho colto l’occasione dei dieci anni per riguardare lo storico dei miei contributi su Wikipedia credo, però, che manchi qualcosa. Infatti mi ricordo benissimo di quello che ho fatto su Wikipedia quando mi sono registrato: uno dei miei primissi edit è stato mettere un “{{S|matematica}}” nella voce di un matematico, proporre al bar la creazione di un “account globale” (poi l’hanno fatto davvero, io non mi ricordavo di averlo proposito, ma (ri)scoprirlo mi ha fatto sentire davvero fichissimo ;-) ). Ho anche fatto un piccolo “rollback” (probabilmente non sapevo nemmeno si chiamassero così, all’epoca).
Tutto questo mi lascia supporre che mi fossi già informato parecchio, insomma già mi sapessi orientare, ma quello che non ricordo proprio è come ho conosciuto Wikipedia, come ho scoperto che si poteva modificare, come ho fatto a finire a leggere come si usa un template, addirittura prima di diventare “ufficialmente” un Wikipediano.

In ultima analisi è stato merito dell’università: è stato lì che ho scoperto il mondo di Linux e del FLOSS e quindi probabilmente il significato dell’aggettivo “libera” ne “l’enciclopedia libera” me l’ero già chiarito nel mondo informatico.
Sta di fatto che tutto questo periodo di “formazione” mi è completamente oscuro.
Ricordo bene, invece, quando ho deciso di iscrivermi a Wikimedia Italia, la mia iscrizione porta la data dell’8 luglio 2008. Una delle cose che mi fanno più sorridere è ricordare che poco dopo, in particolare in occasione del Linux Day 2008, sono andato a tenere due presentazioni su Wikipedia a Cinisello Balsamo ed a Milano. Ricordo di aver pensato: “Si fidano bene a mandarmi, sono iscritto da solo due mesi”, anche in realtà ero accompagnato da un paio di soci “anziani” che hanno controllato che non mi mettessi a tessere le lodi della SIAE e, a quanto pare, continuano a fidarsi dato che adesso faccio parte del direttivo. Poco dopo è stata occasione del mio primo raduno tra Wikipediani, a Milano, e ricordo il mio stupore personale nel dare un volto ad alcuni “nomi noti” letti su Wikipedia: nessuno batterà mai Nemo, che dovrebbe essere un uomo di quarant’anni e invece è un pischello [ha solo qualche mese in meno del sottoscritto, in realtà, NdR].

Arrivato a questo punto del flusso dei miei ricordi mi accorgo di aver parlato pochissimo di Wikipedia, forse perché semplicemente volevo ricordare quanto l’ho vissuta in questi 4 anni e mezzo, al punto che credo sia una parte della mia vita, se non Wikipedia stessa lo sono sicuramente tante persone che ho conosciuto attraverso di essa; forse perché ci credo così tanto che ho deciso di impegnarmi in prima persona per diffonderla (e le varie “Wikimedia Italia”, “Wikimedia France”, “Wikimedia España”, ecc. in giro per il mondo servono a questo) al punto che i miei amici per prendermi in giro si mettono a parlare di licenze libere anche nelle occasioni più disparate (però sembra che abbiano imparato bene la lezioncina).

Cosa spero per Wikipedia? Spero che resterà, spero che cambierà ancora più di quanto abbia fatto in questi dieci anni il nostro modo di cercare informazioni e anche di condividerle, spero continuerà a farci riflettere su quanto è importante la conoscenza e che permetterà a sempre più persone di studiare (per quanto mi riguarda ‘pedia mi ha aiutato a preparare qualche esame); spero che ci farà riflettere sulla nostra cultura e su noi stessi e, infine, spero che continui a migliorarci la vita, tutti i giorni.

Grazie Wikipedia e tanti auguri!

Cristian

Complessivamente ho avuto più di quanto ho dato

Nonostante non sia un contributore della prima ora, a distanza di anni comincia a sfumarsi il ricordo del primo “incontro” con Wikipedia. Se la memoria non mi inganna, nell’ormai lontana primavera 2005 ho inserito nella casella di ricerca di Google il nome del mio comune di residenza; ebbene il primo link rimandava alla voce presente su questo sito di cui non avevo sentito parlare.
Naturalmente ho dato un’occhiata incuriosito e sono rimasto basito. Non che ci fossero molte informazioni, ma seguendo i rimandi (i wikilink) presenti, ho cominciato a vagare per ore, leggendo voracemente tutto quello che trovavo. Ma la sorpresa più grossa è stata scoprire che le modifiche potevano essere fatte da chiunque!

(CC-BY-SA, Jollyroger)
Wikibirrata agostana 2006, Torsolo è quello più nascosto!!!


Per mesi ho continuato a frequentare da semplice lettore il sito, di cui si cominciava a parlare, spesso a sproposito, anche sui quotidiani e come ovvio sul web.
Finché non venne il momento del grande passo! Galeotto un errore inserito nella biografia del fondista Bjoern Daehlie, che mi spinge a lasciare il mio primo edit (da ip) nella pagina di discussione del progetto Sport. Riuscire a fare questa che allora mi sembrava un’impresa impossibile ed ottenere subito una risposta (oltre alla correzione dell’errore segnalato), ha fatto il resto.
Certo senza l’aiuto di altri utenti, tra cui il mio mentore Kal-El, non sarebbe durata a lungo questa esperienza.

Ho collezionato migliaia di edit addirittura in materie che avrei ritenuto impensabili. E questo senza poter vantare particolari conoscenze.
Sono persino diventato sysop. Quest’ultima cosa per me ha dell’incredibile.
Infatti sono l’antitesi del nerd, non avendo assolutamente competenze informatiche. Eppure ho imparato a cancellare e proteggere voci, bloccare vandali, ecc…
Insomma sono la prova evidente che la passione, e un po’ di be bold, può fare di un tizio qualsiasi un passabile contributore.

Alla fine devo ammettere che sono stato fortunato. Complessivamente ho avuto più di quanto ho dato e fin quando mi divertirò, e mi riterrò utile al Progetto, continuerò a bazzicarlo. E poi? Beh, per pensare a questo c’è tempo…

Torsolo

Perfetti wikisconosciuti mi ricordano a che altezza mi trovo in realtà

La prima “intervista” del blog è di Civvì, che si chiedeva se si potesse wikificare con una neonata in braccio. Quando mi sono registrato, il 24 agosto 2006, non mi ponevo un problema simile.

(By nojhan on Flickr, CC-BY-SA)
Il destino di alcuni bimbi pare sia già scritto.. !!

Ora dopo aver editato per 3 anni e mezzo con Pigr8ino, spesso in braccio, da 4 mesi mi è arrivato il Pigr8ino 2, che adesso urla come un dannato e fino a poco fa stava revisionando una voce con me, pestando sulla tastiera e sul touchpad, il problema direi che me lo sono posto e in una certa misura l’ho anche risolto. Nel senso che wiki è un divertimento (e riguardando alcune voci scritte anche una bella soddisfazione) ma gli affetti vengono prima.

Però ricordo anche le discussioni in chan e i commenti dei tanti (Civvì compresa, ma anche Demart, Vito, e tutti gli amici del chan) sul come si patrolla e si lavora mentre il piccolino cerca di contribuire (nel suo piccolo :D ), i lazzi perchè per fortuna su wiki è carnevale tutto l’anno, non solo oggi 6 febbraio 2011.

Sono convinto che siamo lontani dalla perfezione, per fortuna, e quindi c’è ancora tanto spazio per chiunque, nonostante si dica che ormai contribuire è difficile, un lavoro da specialisti. In parte è vero, ma il lettore/contributore si è smaliziato anche lui, e quando faccio voci con aspirazioni di qualità, mi trovo spesso obiezioni e richieste “ficcanti” da parte di perfetti wikisconosciuti o IP che, se mai mi fossi alzato troppo da terra, mi ricordano a che altezza mi trovo in realtà, cosa che nella vita reale coi rapporti di potere nei luoghi di lavoro o accademici di norma è impensabile.

Wikipedia è morta. Viva Wikipedia!
Parola di Pigr8

Si può wikificare con una neonata in braccio

Flashback: ho un lontanissimo ricordo, un giorno durante la navigazione libera sono inciampata in un sito in inglese nel quale si era invitati a scrivere, aggiungere, integrare ecc. Ricordo di aver guardato questa cosa con una certa incredulità cercando aree per il login, password, autenticazioni. Invece no, c’era solo scritto edit, devo anche aver aperto la pagina che stavo guardando (non ricordo quale fosse) ma nella fretta mi sono detta “ma no, impossibile….uh…peccato però, se ci fosse in italiano….magari…”. E morta lì.
Per un paio d’anni.

Si possono anche costituire associazioni con una neonata appresso!!


Inizio autunno 2004: chattavo con un bookcrosser, chiacchiera chiacchiera mi linka la versione italiana di Wikipedia. Colpo di fulmine. Quella roba là che mi sembrava interessante anni prima esiste davvero in italiano!.
Inizio a navigare, guidata da Ancem, inizio la mia pagina utente. Rispondo al benvenuto di Frieda. Passa un’altra settimana prima che la cosa mi “prenda”. Inizio ampliando una voce, il calcio gaelico. E mi chiedo: “ma cosa ne sai tu di calcio gaelico?”. Chissà come ci sono arrivata su quella voce (all’epoca si chiamavano ancora articoli). Che poi è la domanda che in seguito mi sono fatta migliaia di volte: “Ma come diavolo ci sei arrivata su questa voce?”. E’ la matassa di Wikipedia che ti attrae, ti avvolge, ti lega e ti guida senza che tu te ne accorga, ti porta in luoghi vicini e lontani, ti fa conoscere persone, eventi, monumenti, personaggi dei cartoni animati o attrezzi di antichi mestieri, animali estinti o antiche leggende sumere eccetera eccetera eccetera. Tutte cose che mai avresti trovato, di cui mai avresti saputo nulla. E tutto facendoti trascinare dai fili della matassa, azzurri e rossi, all’inizio spesso rossi e proprio tentando di tingerli di azzurro mi sono trovata a scrivere le prime due o tre righe di voci che ora sono lunghissime e completissime, oppure di voci che sono rimaste così, due o tre righe.

All’inizio era l’ossessione del rosso: “oddio, questa voce non c’è! non è possibile!!!” e allora inizia a scriverla, e poi un’altra e un’altra ancora… E quando non riuscivo a scrivere riordinavo, spostavo, categorizzavo, correggevo o wikificavo. (E a tutti coloro che dicono che è troppa fatica dico che sono tutte scuse, si può wikificare con una neonata in braccio, sappiatelo). Poi la ricerca di standard, di criteri, di schemi, di template. Coordinarsi era facile, si era in quattro gatti e vigeva il “piuttosto che niente, meglio piuttosto”. Vuoi tradurre una voce, scrivere un template, proporre una linea guida, migliorare una pagina di aiuto? Fallo, scrivi, inventa, traduci. Ora le cose non sono più così semplici però ripenso con grande piacere a quella fase di vita del progetto e alle persone con le quali ho avuto la fortuna di condividerla.

Ogni tanto ripenso alle serate passate in chat con pochi altri utenti e amministratori a contenderci il controllo dell’improvvisa modifica magicamente apparsa sulla pagina della ultime modifiche… “è mia!!!” “giù le mani, questa è mia!!!” o a battibeccare per i rari blocchi, la sferzata di vita data dall’apparizione dello sporadico vandalo. I tempi in cui la discussione con l’utente arrogante era un episodio epico di cui si parlava per giorni e giorni e una minaccia di querela era una sorta di evento epocale. I tempi in cui ci si poteva ancora prendere cura dei neoutenti particolarmente promettenti seguendoli passo passo. Ora la RC (passatemi il gergo) si muove con una velocità che ai tempi era inimmaginabile, davvero non li invidio quelli che adesso fanno quello che si faceva noi cinque o sei anni fa, non invidio nemmeno chi oggi si avvicina al progetto per la prima volta…

Cosa ho imparato da Wikipedia? A discutere per iscritto. Sembra poco? A scrivere, in certi momenti molto caldi, parole di fuoco e frasi incandescenti, taglienti e caustiche da corrodere corazze di acciaio e poi fare l’anteprima, leggere, provare un senso di grande soddisfazione e profondo appagamento e poi NON salvare e riscrivere il tutto in toni mooooolto più pacati e concilianti. Ho imparato a spiegare tecnicismi e motivare scelte di redazione riformulando decine di volte una frase cercando di trovare un mix accettabile di chiarezza, sintesi ed efficacia prima di premere il famigerato tasto “salva”.
(direi con scarsi risultati visto che per anni è girato su ‘pedia un template intitolato “decivvificare”…)

Dopo diversi anni di collaborazione intensa Wikipedia ha “cessato di essere un divertimento” come disse un altro admin e da tempo ho praticamente smesso di collaborare però ancora oggi ho nel pc una cartella chiamata “Wikipedia – Voci WIP”, WIP sta per Work In Progress, lavori in corso, come se il progetto intero non fosse un enorme costante work in progress…

Civvì

Sono una persona normale!

Proseguiamo con la pubblicazione dell’autointervista, le cui puntate precedenti sono 1, 2 e 3.


Tu chi sei? Studi? Insegni? Appassionato di informatica?

(By Piotr P. Karwasz, CC-BY-SA 3.0)
I partecipanti al primo meeting nazionale. Al centro, nella fila davanti, Jimmy Wales


Ettorre: sono una persona normale, appassionato da anni di pc, informatica, rete etc. e soprattutto dello scrivere.

Frieda: una che sostiene di essere atterrata qui sul suo tappeto volante… Studio, lavoro, arbitro, wikipeggio…una persona normale, no?

MikyT: un appassionato di informatica e di tutto quanto si può ad essa collegare, con la passione per i progetti Open Source.

Rinina25: pensionata, mi divido fra la casa e Internet aiutata dal mio compagno Twice25

Twice25: pensionato, ubriaco di Internet (e da qualche mese di Wikipedia), con una gran voglia di apprendere e riciclare quel minimo di conoscenze che ho

Snowdog: Uno che siccome non gli basta lavorare con i computer, li usa anche per svago.

Schopenhauer: Studio, presto insegnerò e spendo purtroppo *molto* tempo sul computer. Appassionato di Open Source, con i resti di un adesivo odiato sotto la mia mano destra mentre scrivo, cerco di rendermi la vita più semplice con il computer…

Gianluigi: Sto provando a specializzare la mia laurea con un dottorato. Appassionato di fumetto, scienza in genere, internet e altre cose (forse troppe!) e sempre alla ricerca di nuovi strumenti per semplificare il lavoro in rete e a casa. Ovviamente, appassionato di Wikipedia!

Svante: io per lo più dormo (8-16 ore per volta), negli intermezzi studio chimica, leggiucchio, frequento newsgroup a fasi alterne. Non mi piacciono gli odori forti e i luoghi affollati, sono ammiratore dei felini, dei canidi, degli orsi e dei pinguini. Anche i coleotteri mi garbano assai. Le conifere sono la mia passione, mentre ho qualche riserva sui primati, con cui tutto sommato è possibile convivere felicemente, se però fossero di meno sarebbe tanto di guadagnato. Sono comunque in parziale disaccordo con quanto si sostiene qui.

Giomol: da poco più di un anno ho scoperto il software libero e la sua filosofia. Visto che la programmazione non mi interessa, collaboro a progetti animati da spirito di condivisione e libera circolazione di informazione e conoscenza. Così quando ho scoperto il progetto Wikipedia e me ne sono subito innamorato.

Tomi: statistico nella pubblica amministrazione, di recente mi sono tolto lo sfizio di laurearmi in economia con tesi sull’open source. Smanetto sui personal da almeno 20 anni (!!! non ci avevo mai pensato !!!)

Renato: perito tecnico spec. informatica, impiegato, ho iniziato come operatore in sala macchina quando ancora esistevano le schede perforate, quindi programmatore (assembler, basic, cobol, CICS, DL-I), analista, business analyst (sono anche tornato a programmare per esigenze dell’azienda, con linguaggi più “moderni”: access, SQL, PL-SQL, HTML, …). La filatelia, i viaggi, la fotografia e l’osservazione della natura sono la mia passione. Iscritto al WWF e al GOL (Gruppo Ornitologico Lombardo, con cui ho fatto anche qualche censimento).

Piero: imprenditore “informatico”, radioamatore, appassionato di storia antica, viaggiatore, divoratore di libri. Ho visto nascere l’informatica “moderna” prima sottoforma di calcolatrici programmabili, poi al Politecnico di Torino negli anni 80 con i vari PDP-11, VAX, Apple, PC IBM, linguaggi vari e disparati (assembler, C, C++, ed altri), poi professionalmente con impegni gravosissimi come programmatore di frontiera (sistemi di automazione industriale, software per telecomunicazione e trasferimento dati per delle multinazionali). Da sempre appassionato di elettronica e informatica.

C-Zap: un “matematico” che si è contaminato con l’informatica quando ancora il termine “informatica” non esisteva (1975-76). Mi piace scrivere. Adoro lo “spirito libero” che si respira ancora in Internet, nonostante l’invasione di siti commerciali.

Paky: Astrofisico a rischio “cervelli in fuga”, in attesa che lo stato gli dia un’elemosina per fare i suoi inutili conti! Passioni: Linux, Dungeons & Dragons, fotografia e disegno/pittura. Altro? Probabilmente sì, se i giorni avessero 28 ore invece di 24…

La fonte da cui è tratta l’autointervista è la seconda versione della pagina, del 22 marzo 2004

Wikipediani, compagni d’avventura

Proseguiamo con la pubblicazione dell’autointervista, le cui puntate precedenti sono 1 e 2.


I Wikipediani? Chi sono?

(Frieda, CC-BY-SA 3.0)
L'uso indiscriminato di Comic Sans denota subito lo zampino di Frieda!!


Ettorre: eheh all’inizio li vedevo come una specie di tribù indiana od esquimese, poi mi sono accorto che sono degli estraterrestri che abitano un pianetino fatto di lettere. Il bello è che sono delle belle persone normali generose che dedicano tempo ed impegno a questo progetto e che hanno amore per quello che fanno.

Frieda: persone concrete che condividono con me un pezzo di strada. Degli amici con cui amo confrontarmi.

MikyT: Ora pochi. Potenzialmente molti. Presto di più.

Rinina25: Sono persone che vogliono raccontare qualcosa e lo fanno anche attraverso Wikipedia

Twice25: Appassionati di Internet, intanto, comunque preparati, volonterosi e convinti di partecipare ad un progetto libero, creativo e formativo in cui credono.

Snowdog: Curiosi e assetati di sapere, desiderosi di condividerlo con gli altri.

Schopenhauer: Per quanto ho visto fino adesso, le persone che si vedono qui sopra. Gente che esce dalla torre d’avorio. Gli enciclopedisti di La guida galattica per autostoppisti o del Ciclo della fondazione.

Gianluigi: Un bel gruppo di persone, che ogni giorno si impegna perché il sapere non muoia. Persone sempre pronte ad aggiungere a se stessi nuovi pezzi di conoscenza, con modestia ed umiltà, pronti a migliorare e a confrontarsi con nuove sfide.

Svante: li considero degli amici, dei compagni di banco

Giomol: delle persone un po’ “speciali”.

Tomi: ce ne di tutti i colori: egocentrici, esibizionisti, idealisti, vandali, curiosi, frustrati, asociali, scienziati, sognatori,…

Renato: amici che mi aiutano a conoscere.

Piero: persone speciali con il pallino della lettura, ricerca, scrittura… ormai quasi fuori moda!

C-Zap: quelli che scrivono su Wikipedia.

La fonte da cui è tratta l’autointervista è la seconda versione della pagina, del 22 marzo 2004

Tu e Wikipedia

Proseguiamo con la pubblicazione dell’autointervista, iniziata qui.


Wikipedia cos’è per Te?

(Twice25, CC-BY-SA 3.0)
Immagine del manifesto per il primo meeting nazionale


Ettorre: forse è un sogno, ma ormai è realtà: La condivisione del sapere.

Frieda: un’antistress, un contenitore su misura per me, un’ideale raggiungibile.

MikyT: un modo intelligente per “investire” un po’ di tempo libero.

Rinina25: un modo per tenere il cervello attivo e un sistema per passare il tempo divertendomi e imparando

Twice25: una piacevole sorpresa ed una opportunità per apprendere e fare qualcosa di utile

Snowdog: un valido sostituto della televisione, assieme agli scacchi. (Talvolta un “passatempo” sul lavoro)

Schopenhauer 05:11, Feb 24, 2004 (UTC): Un modo per passare la notte? No, in verità è:

  • Una maniera di non bootare l’altro OS installato sul mio computer.
  • Un modo di tenere allenata la mente su concetti non prettamente matematici
  • Una maniera di mantenere la conoscenza delle lingue (assieme a Distrubuted Proofreading) col francese che mi romba nel cervello giorno e notte.

Gianluigi: Il modo migliore e più diretto per cercare e condividere la conoscenza. In tutti i campi.

Svante: un gioco virtuoso, in un certo qual modo mi ricorda il LEGO™. Ma ovviamente è di più, è la riproduzione in piccolo (ma mica tanto) dell’avventura della ricerca, della costruzione delle conoscenze, mattone dopo mattone. É anche un dono, che ognuno offre a tutti gli altri, gratis, questa è una delle cose più belle.

Giomol: Una maniera intelligente di coltivare una passione ma soprattutto di condividerla.

Tomi: possibilità di condividere il sapere, mettere in rete roba utile a me stesso, creare un grande portale della conoscenza, veder crescere un gigantesco progetto opensource.

Renato: un realizzazione aperta a tutti di quanto facevo già, anche se in piccola parte, per me stesso. Catalogavo francobolli (divendendoli per tematiche ed avvenimenti), uccelli (per il birdwatching), libri (che non butto mai via), cartoline, dipositive dei mie viaggi. Con wiki, ho aperto la mia curiosità innata, verso altri argomenti.

Piero: uno dei progetti più geniali inventati su Internet. Circa dieci anni fa (o meno boh!?!), al Salone de libro di Torino, partecipai ad una discussione sugli Hyperlink… ma forse era ancora troppo presto per poter pensare di vedere un sistema come wikipedia in funzione… I miei complimenti al programmatore che ha avuto l’idea, ed… a tutti noi per la qualità delle informazioni inserite.

C-Zap: una sorgente di informazioni utili, che contribuisco nel mio piccolo ad alimentare.

La fonte da cui è tratta l’autointervista è la seconda versione della pagina, del 22 marzo 2004

L’autointervista

Su it.wiki, l’edizione in italiano di Wikipedia, nel 2004 sono successe un sacco di cose, alcune di queste strettamente legate alla neo comunità, parecchio vivace: si sono tenuti, ad esempio, il primo incontro e il primo meeting nazionale; inoltre aleggiava nell’aria una certa curiosità di capire chi fossero esattamente gli altri partecipanti a questo folle progetto.

Un wikipediano, Ettorre, voleva pubblicare una serie di articoli sul suo blog, raccontando Wikipedia e i suoi partecipanti e si aggirava per il progetto facendo domande; le sue domande e le risposte hanno trovato poi una collocazione in quella che è diventata una delle prime pagine comunitarie: l’autointervista.

(Ngiancecchiatwikicommons on Commons, CC-BY-SA 3.0)


Come hai conosciuto Wikipedia?

Ettorre: da una rivista che parlava di un’intervista a Richard Stallman.

Frieda: tramite una mailing list del Politecnico di Milano, che citava Wikipedia in un articolo sul Free Software.

MikyT: su una rivista ho trovato un articolo che parlava dei software wiki e suggeriva un paio di siti. Un link tira l’altro e (potenza di Internet) eccomi qui!

Rinina25: Durante una ricerca di un e-book su Internet assieme a Twice25

Twice25: Durante una ricerca di un e-book su Internet assieme a Rinina25

Snowdog: Quando sul sito dove gioco a scacchi è stato introdotto il sistema ELO, il webmaster, per spiegare come funzionava, ha messo un link al relativo articolo sulla wiki inglese.

Schopenhauer: Da un articolo che parlava di software libero. Prima la conoscevo da qualche risultato di google, ma mi sebrava un glossario informatico più che altro (forse per il carattere delle mie ricerce su google) e niente di più.

Gianluigi: anche io ho letto su una rivista un articolo sul wiki-web. Tra i link consigliati c’era proprio Wikipedia, e così eccomi qui!

Svante: non mi ricordo esattamente. Mi pare che stessi in un’aula di informatica dell’università in cui studio e di essere capitato su en.wiki tramite google. Probabilmente mi parve di avere a che fare con una comune enciclopedia, comunque rimasi favorevolmente impressionato perchè appuntai il link da qualche parte, forse su un dischetto o su un block notes. Qualche mese dopo facendo ordine sul PC mi imbattei in questo link, mi feci un’idea più chiara di wiki e scoprii la versione italiana. In quel periodo mi era nata l’idea di costruire un sito web del tipo http://www.webelements.com/. Avevo dunque iniziato a preparare un testo sull’azoto. Le due cose si conciliavano a meraviglia, è così scattatata la wiki-dipendenza.

Giomol: leggendo un articolo sulla documentazione “libera”.

Tomi: non ricordo bene, ma sulla mia pagina utente avevo scritto: Ho cominciato a contribuire al progetto nel novembre 2002, in seguito ad una segnalazione nelle rivista informatica italiana LinuxMagazine. Durante un mio studio sull’open source avevo letto di idee del genere, ma a suo tempo erano solo idee.

Renato: utilizzando Google, alla ricerca di alcune specie di uccelli, sono arrivato alla Wiki inglese, e da qui a quella italiana.

Piero: non lo ricordo bene, era comunque il 2002, e mi sono messo ad inserire delle pagine sulla storia della Magna Grecia su wikipedia inglese. Da pochissimo sono passato sulla versione italiana.

Francesco: su Google avevo letto qualcosa ed avevo visitato la versione inglese di wikipedia ma poi avevo dimenticato tutto. La settimana c’era un articolo di Franco Carlini sull’Espresso che parlava di wikipedia in italiano, l’ho visitato e poi ho scritto il primo stub su Barletta. Speriamo bene.

C-Zap: cercando in rete un’enciclopedia libera.

La fonte da cui è tratta l’autointervista è la seconda versione della pagina, del 22 marzo 2004

La mia dimensione ideale è facilitare gli altri nello scrivere

L’anno prossimo spegnerò 30 candeline. Lo dico perché credo sia importante per questa storia: non sono infatti certa di poter essere considerata una nativa digitale, ad ogni modo non disponevo di un computer quando ho imparato a leggere e a scrivere.

(by Senpai, CC-BY-2.5-IT)


A 10 anni facevo le ricerche scolastiche sull’enciclopedia compatta che avevo a casa, ma eventi come la nascita del primo bambino concepito “in provetta”, l’elezione di Margaret Thatcher, la sconfitta del vaiolo o il primo lancio dello Shuttle, il mondo se li era messi alle spalle già prima che io nascessi. Per le nozioni più recenti bussavo alla porta dei miei vicini, che possedevano uno tra i compendi più prestigiosi editi in Italia e di cui acquistavano periodicamente gli aggiornamenti: questi ultimi, da soli, superavano abbondantemente per dimensioni l’intera opera in mostra nel mio salotto. Trascurando i compiti da fare, trascorrevo ore a sfogliare a caso quei volumi, che a malapena riuscivo a maneggiare da sola, rapita dalla vividezza delle immagini, dal profumo della carta patinata…

Anni dopo, nonostante il “digital divide” e la connessione a 56k con cui ho navigato fino a pochi mesi fa, ho avuto a mia completa disposizione un’enciclopedia ben più vasta: ero approdata qui.

Ricordo distintamente il mio primo edit, a fine 2004: scrissi ad un noto neo-amministratore per lamentarmi (conoscendomi, poteva essere diversamente?) della superficialità con cui era stato trattato un argomento di mio interesse, ricevendo una risposta classica ma che ancora oggi non è affatto scontata: be bold, vai e modifica. L’ho fatto, sebbene solo molti mesi dopo.

Scrivere mi piace, ma non su Wikipedia. Non so perché ma qualunque informazione io abbia inserito non è mai stata collegata a quello che ho imparato grazie ai miei studi o al mio lavoro, ma solo alle mie passioni. Qui ho scoperto subito che la mia dimensione ideale è piuttosto facilitare gli altri nello scrivere, correggere eventuali errori, segnalare problemi contenuti nelle pagine, ma soprattutto verificare che non vengano commessi copyviol, per cui la comunità mi ha concesso ben presto i tastini; intanto mi facevo le ossa su OTRS, e nel tempo mi sono sempre più interessata anche a diffondere e comunicare Wikipedia nel mondo, anche tramite WMI.

Il tutto non senza delusioni: le riconferme inutilmente tempestose, le prime minacce pseudolegali, gli attacchi dei media che sul nostro mondo non ne dicono una giusta nemmeno per sbaglio, le differenze di vedute che talora sembrano incolmabili. E come tanti ho provato ad allontanarmi almeno per un po’, sperimentando dopo pochi giorni gli inconfondibili sintomi dell’astinenza: le informazioni le cercavo comunque qui sopra, sbirciavo le discussioni e dovevo impormi di non cliccare su Modifica ogni volta che mi veniva automatico.

Se sono ancora qui, è perché quella fase non dura mai troppo; perché qui ho incontrato persone con cui nel tempo si sono instaurati bei legami di amicizia (nonché il mio ragazzo); e perché preferisco che gli studenti di oggi, e quelli di domani, abbiano accesso ovunque si trovino, piuttosto che a pesanti tomi polverosi, ad una risorsa davvero unica come è quella definita dai nostri 5 pilastri.

I miei buoni propositi per i prossimi dieci wiki-anni sono mantenere l’entusiasmo a livelli accettabili, ottimizzare il lavoro di “outreach” e fare ancora di più per il ns-0. Vi unite a me nello scegliere un giorno della settimana e rendere più costante l’appuntamento con l’edit? E buon anno del wiki-decennale a tutti!!!

Elitre

Postato originariamente qui.

Qualche nota sulla nascita di it.wiki

it.wiki, la versione in italiano di Wikipedia, nacque tecnicamente nel maggio del 2001, quando da www.wikipedia.com furono distaccati i sottodomini ed i database per alcune versioni in altre lingue, e nacque così it.wikipedia.com.

(By Gianfranco, CC-BY-SA)


Le prime pagine erano semplicemente una copia, ancora in lingua inglese, delle pagine già esistenti su Wikipedia. Solo nel giugno 2001, forse l’11, si cominciò a “personalizzare” un poco le pagine operando minime modifiche sugli script.

Una delle prime pagine editate fu quella che sollecitava ad aiutare Nupedia con traduzioni. Al tempo, infatti, coesisteva con Wikipedia il progetto Nupedia, che anzi era considerato forse con maggiore attenzione. Gli altri primi articoli furono dedicati a Dante, al Petrarca, al Manzoni, ad altri scrittori ed a temi un po’ random, come un simpatico trattatello sul Didgeridoo. Per lungo tempo la lista degli articoli restò curiosamente ferma ad una ventina di titoli, senza che se ne aggiungessero di nuovi, ma con qualche sparso edit su questi.

Il primo utente registrato di it.wiki dovrebbe essere stato Giammy, poco dopo seguito da Massimogrieco. Gianfranco iniziò a contribuire senza loggarsi, registrandosi solo molte settimane dopo. Il gruppo degli utenti, per diverso tempo, non raggiungeva la decina e c’era qualche occasionale edit da utenti di passaggio. Il progetto principale restava la Wikipedia in inglese, ancora tutto sommato in fase di lancio, ma già ricca di discussioni, approfondimenti e proposte.

Le versioni nelle diverse lingue nacquero con lo spirito di sviluppare autonomamente contenuti enciclopedici, nel quadro del progetto generale. Nonostante l’apparenza, per molti e molti e molti punti ed argomenti non fu agevole pervenire alla definizione di quanto dovesse rigorosamente attenersi al dettato del progetto principale e quanto invece potesse essere reso e sviluppato in forme autonome: in pratica, si doveva operare per meramente tradurre gli articoli inglesi, nelle loro forme e nei loro stili, o si poteva darne stesura libera? Si decise, come evidente, per quest’ultima soluzione: it.wiki sarebbe stata un’enciclopedia italiana, inserita all’interno del progetto generale Wikipedia col quale condivideva il canone del NPOV e il requisito del consenso.

Il primo problema nello sviluppo di it.wiki (il nomignolo è nato subito) fu la creazione dell’ossatura del progetto italiano, con lunghissime (e spesso noiose, a dirla chiara…) traduzioni delle pagine di servizio.

Era infatti necessario dettagliare (conoscendo i nostri polli…) le precise caratteristiche di questo prezioso strumento, affinché non si incoraggiassero “deviazioni”. La traduzione dei concetti e l’esigenza di renderli compatibili con le differenze di mentalità richiese un impegno inizialmente totalizzante: non venivano creati nuovi articoli a parte quelli di servizio, avendosi purtroppo anche lo spiacevole effetto collaterale di scoraggiare qualche potenziale contributore, che poteva credere si trattasse di qualcosa di diverso.

Il problema “culturale” fu l’interpretazione in chiave di leggibilità italiana di alcune tematiche disponibili in formulazioni marcatamente anglosassoni, cosa che fisiologicamente porta talvolta a discutere di come un concetto debba esser reso, con risultati naturalmente differenti a seconda dei gruppi culturali di riferimento. Problema generale, costante, ma da svolgere in questo caso per le precise finalità di questo strumento, cioè in ottica italiana. Ad esser sinceri, non si sviluppò un vero studio epistemologico, ma più rudimentalmente si decise di far nascere it.wiki in quella forma che potesse:

  1. coinvolgere il maggior numero possibile di potenziali contributori
  2. consentire loro di sviluppare tematiche enciclopediche in forme culturalmente consuete (non avvertibili, cioè, come distanti, magari perché visibilmente non “classiche”), in modo da semplificare l’approccio
  3. restare in prossimità dei riferimenti e degli usi delle comunità scientifiche di mentalità italiana, perché il progetto italiano ha l’intento di inserirsi in questo ambito e perciò rendere compatibili le modalità di lavoro e l’innovatività del progetto alle consolidate “usanze” del mondo culturale italiano, sia per quanto riguarda lo strumento del web (con la sua velocità), sia per quanto riguarda il diverso percorso costruttivo delle informazioni
  4. creare una struttura, con sufficiente supporto tecnico (pagine di aiuto e di registrazione delle regole) ed un minimo di contenuto, sulla quale potesse innestarsi la scrittura dei contributori.

Questi concetti erano stati sviluppati nel progetto inglese e riflettevano indicazioni per qualche aspetto responsabilizzanti. Si tenne comunque presente che, per le regole e la natura stessa di Wikipedia, il tempo avrebbe provveduto ad aggiustare il tiro grazie ai contributi degli utenti, pertanto sovvenne una riflessione certamente incoraggiante: si trattava di dare un impulso iniziale, il resto sarebbe seguito da sé.

Il resto seguì presto, con l’arrivo dei Wikipediani storici (che per la maggior parte sono ancora in circolazione). Avrebbero subito cominciato a scrivere di tutto, entrando nello spirito di Wikipedia e nella confidenza con lo strumento molto più velocemente, in media, di quanto non accadesse per i nuovi utenti del progetto inglese. Con interesse, freschezza, voglia di costruire qualcosa di comune e di proprio da destinare alla crescita del Progetto e della Grande Rete, o da serbare per intima soddisfazione personale.

Anche se si tratta di un’opera collettiva, un nome va fatto. L’utente al quale si deve il maggior sviluppo delle basi del progetto italiano fu (ed è) Tomi, che portò nell’allora piccola it.wiki entusiasmo e stimolo, oltre a molte idee che hanno dato al progetto italiano la struttura che tuttora usa. Un solo nome per identificare tutti quelli che dentro it.wiki hanno fatto qualcosa di significativo o di importante e che per comodità sono stati raccolti in un rigorosamente selezionato elenco degli utenti più importanti (dal quale mancano i preziosissimi contributori anonimi).

Gianfranco