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lele rozza

Tavola domenicale #5

La settimana appena passata è stata terribilmente francofila: per quattro giorni abbiamo dato spazio all’esperienza dei wikipediani oltralpe, poi abbiamo chiuso in bellezza venerdì con Lele Rozza che ci racconta di come lui non abbia mai scritto nulla su Wikipedia, ma sia un felice fruitore.

(By Copyleft on Wikimedia Commons, CC-BY-SA 3.0)
Adrienne Alix, presidente di Wikimedia France


I contenuti “speciali” che vi segnaliamo questa settimana sono due: Wikiroll e The Missing Wikipedians.

Wikiroll è un sito che mostra giorno per giorno gli articoli più richiesti di una ventina di edizioni di Wikipedia, tra cui quella in italiano. Ad esempio la voce più consultata dell’ultima settimana è stata quella dedicata a Constantin Brâncuşi, di cui Google ricorda ieri il 135 anniversario della nascita.

The Missing Wikipedians è un saggio segnalato da Heather Ford sul suo blog, che punta il dito sulle difficoltà per i nuovi utenti e per coloro che scrivono di argomenti non proprio main stream a collaborare all’edizione inglese di Wikipedia.

Io su wikipedia non c’ho mai scritto niente

Appunto.
Ho sempre pensato che c’ho il sapere enciclopedico, che è un modo grazioso per dire che non ne so abbastanza di niente per scrivere una voce.
Qualcuno dice cialtrone, ma insomma, si sa, ciascuno c’ha gli amici che si meritano.

(By Lyonora, CC-BY-SA 3.0)
La festa a Milano per i dieci anni di Wikipedia


Però delle cose da dire su Wikipedia ce le ho.
E la prima riguarda una frase detta da una persona che stimo alla festa dei 10 anni, a Milano. Che io alle feste, di sera, a Milano poi, ci vado difficilmente, ma quella sera, chissà com’è mi è venuto di andarci. E la persona che stimo, commentando la festa che era gradevole mi ha detto che secondo lui, per il servizio che fa Wikipedia, dovevano esserci le autorità, tipo il sindaco, e invece ovviamente niente. Ecco, secondo me aveva un sacco ragione, ed in effetti è un vero peccato che il sindaco non c’era, ma va be’, fa niente.
E poi volevo dire un’altra cosa, che poi smetto.
Io ho due figli, uno che fa le elementari e l’altro le medie. E mannaggia alla scuola dell’obbligo, le insegnanti non hanno ancora smesso di commissionare le ricerche. Le ricerche, quelle che quando facevo la scuola io c’era da prendere l’enciclopedia e copiare pagine e pagine, e qualche furbone le enciclopedie le ritagliava pure, e si pigliava gli accidenti della famiglia (ma faceva un figurone a scuola con la cartina del Nicaragua, ritagliata, appunto dall’enciclopedia).
Che nemmeno le fotocopie si facevano quando io ero alle elementari, che la fotocopiatrice è arrivata dopo.
I miei figli dicevo, ecco i miei figli mi chiedono di fare insieme la ricerca, ‘su internet’ dicono. E allora ci mettiamo lì e cerchiamo le cose, e non mi stanco mai di vedere la loro faccia stupita quando prima si trova subito quello che serve (con le foto) ma soprattutto si possono prendere i pezzi, quelli che servono (che la ricerca non deve essere troppo lunga che bisogna anche studiarla), e poi si può stampare tutto e che si risolve un problema in fretta.
Beh, prima mi chiedevano di andare ‘su internet’, ma dopo un po’ la fonte migliore, quella più completa, quella più precisa, era sempre Wikipedia. Che anche se è una enciclopedia per i grandi e fatta dai grandi, molto spesso ha quella lingua giusta che va bene persino per i ragazzi delle elementari.
Be’ insomma, è un po’ che i miei figli mi chiedono di andare direttamente ‘su Wikipedia’ che troviamo subito le cose che servono e si sistema tutto a modino.
E allora insomma, io su Wikipedia non ho mai scritto niente ma sono proprio contento che c’è, perché è un bel pezzo di sapere che è lì, disponibile, che con il sapere disponibile ci si fanno sempre un sacco di cose, e tutte belle.

Lele