10 anni di sapere Rotating Header Image

patrolling

Si può wikificare con una neonata in braccio

Flashback: ho un lontanissimo ricordo, un giorno durante la navigazione libera sono inciampata in un sito in inglese nel quale si era invitati a scrivere, aggiungere, integrare ecc. Ricordo di aver guardato questa cosa con una certa incredulità cercando aree per il login, password, autenticazioni. Invece no, c’era solo scritto edit, devo anche aver aperto la pagina che stavo guardando (non ricordo quale fosse) ma nella fretta mi sono detta “ma no, impossibile….uh…peccato però, se ci fosse in italiano….magari…”. E morta lì.
Per un paio d’anni.

Si possono anche costituire associazioni con una neonata appresso!!


Inizio autunno 2004: chattavo con un bookcrosser, chiacchiera chiacchiera mi linka la versione italiana di Wikipedia. Colpo di fulmine. Quella roba là che mi sembrava interessante anni prima esiste davvero in italiano!.
Inizio a navigare, guidata da Ancem, inizio la mia pagina utente. Rispondo al benvenuto di Frieda. Passa un’altra settimana prima che la cosa mi “prenda”. Inizio ampliando una voce, il calcio gaelico. E mi chiedo: “ma cosa ne sai tu di calcio gaelico?”. Chissà come ci sono arrivata su quella voce (all’epoca si chiamavano ancora articoli). Che poi è la domanda che in seguito mi sono fatta migliaia di volte: “Ma come diavolo ci sei arrivata su questa voce?”. E’ la matassa di Wikipedia che ti attrae, ti avvolge, ti lega e ti guida senza che tu te ne accorga, ti porta in luoghi vicini e lontani, ti fa conoscere persone, eventi, monumenti, personaggi dei cartoni animati o attrezzi di antichi mestieri, animali estinti o antiche leggende sumere eccetera eccetera eccetera. Tutte cose che mai avresti trovato, di cui mai avresti saputo nulla. E tutto facendoti trascinare dai fili della matassa, azzurri e rossi, all’inizio spesso rossi e proprio tentando di tingerli di azzurro mi sono trovata a scrivere le prime due o tre righe di voci che ora sono lunghissime e completissime, oppure di voci che sono rimaste così, due o tre righe.

All’inizio era l’ossessione del rosso: “oddio, questa voce non c’è! non è possibile!!!” e allora inizia a scriverla, e poi un’altra e un’altra ancora… E quando non riuscivo a scrivere riordinavo, spostavo, categorizzavo, correggevo o wikificavo. (E a tutti coloro che dicono che è troppa fatica dico che sono tutte scuse, si può wikificare con una neonata in braccio, sappiatelo). Poi la ricerca di standard, di criteri, di schemi, di template. Coordinarsi era facile, si era in quattro gatti e vigeva il “piuttosto che niente, meglio piuttosto”. Vuoi tradurre una voce, scrivere un template, proporre una linea guida, migliorare una pagina di aiuto? Fallo, scrivi, inventa, traduci. Ora le cose non sono più così semplici però ripenso con grande piacere a quella fase di vita del progetto e alle persone con le quali ho avuto la fortuna di condividerla.

Ogni tanto ripenso alle serate passate in chat con pochi altri utenti e amministratori a contenderci il controllo dell’improvvisa modifica magicamente apparsa sulla pagina della ultime modifiche… “è mia!!!” “giù le mani, questa è mia!!!” o a battibeccare per i rari blocchi, la sferzata di vita data dall’apparizione dello sporadico vandalo. I tempi in cui la discussione con l’utente arrogante era un episodio epico di cui si parlava per giorni e giorni e una minaccia di querela era una sorta di evento epocale. I tempi in cui ci si poteva ancora prendere cura dei neoutenti particolarmente promettenti seguendoli passo passo. Ora la RC (passatemi il gergo) si muove con una velocità che ai tempi era inimmaginabile, davvero non li invidio quelli che adesso fanno quello che si faceva noi cinque o sei anni fa, non invidio nemmeno chi oggi si avvicina al progetto per la prima volta…

Cosa ho imparato da Wikipedia? A discutere per iscritto. Sembra poco? A scrivere, in certi momenti molto caldi, parole di fuoco e frasi incandescenti, taglienti e caustiche da corrodere corazze di acciaio e poi fare l’anteprima, leggere, provare un senso di grande soddisfazione e profondo appagamento e poi NON salvare e riscrivere il tutto in toni mooooolto più pacati e concilianti. Ho imparato a spiegare tecnicismi e motivare scelte di redazione riformulando decine di volte una frase cercando di trovare un mix accettabile di chiarezza, sintesi ed efficacia prima di premere il famigerato tasto “salva”.
(direi con scarsi risultati visto che per anni è girato su ‘pedia un template intitolato “decivvificare”…)

Dopo diversi anni di collaborazione intensa Wikipedia ha “cessato di essere un divertimento” come disse un altro admin e da tempo ho praticamente smesso di collaborare però ancora oggi ho nel pc una cartella chiamata “Wikipedia – Voci WIP”, WIP sta per Work In Progress, lavori in corso, come se il progetto intero non fosse un enorme costante work in progress…

Civvì

Che valore hanno tutte queste persone? Grande.

Il mio “battesimo” è stato l’8 marzo 2006. Studiavo all’università, il tempo libero era tanto e l’idea di usarlo per un progetto tanto utopico quanto concreto era proprio bella. Superate le classiche titubanze iniziali, ho vissuto una vera e propria parabola di collaborazione, fatta di un primo picco, con interi periodi d’esami letteralmente buttati a mare per rimpinguare l’editcount (ed io che pensavo di essere immune dalla wikidipendenza!), di un plateau e di una successiva fase discendente e di “diversificazione” (voler bene a Wikipedia non vuol dire solo patrollare notte e giorno).

Giac a FuoriTarget08 (CC-BY-2.5, Laurentius)


Pensando a questo percorso, non posso non pensare ad alcuni volti (anzi, ad alcuni nick):
* Esculapio, forse la persona che più ho stressato quand’ero niubbo per aprire il progetto Bio;
* Biopresto, che mi candida in maniera del tutto inattesa e mi costringe ad imparare “tutta wikipedia” in pochi giorni;
* Il “suvvia, supportiamo” di Jollyroger durante l’elezione;
* Tanti nick che diventano facce vere alla prima wikibirrata agostana (e un cartello posticcio “wikipedia” messo lì da un fotografo per identificarci);
* Ggonnell e la sua “mozzarella blu”;
* Un controllo per eccesso di zelo sulla voce Israele e l’intera comunità costretta a riscrivere centinaia e centinaia di voci copiate;
* La dovizia di particolari di Elitre nello spiegarmi come “non fare cagate” in OTRS;
* Civvì e la sua stupenda idea di nome per il nostro progetto: “CoCoCo”;
* Francesco, Luca, Miklis e gli altri del raduno a Firenze; ufficialmente ero lì per rilassarmi e scrivere con calma la tesi… ;-)
* La mano di Sailko per inserire le biografie degli scienziati italiani;
* Foster ed un progetto enzimi che chissà quando sarà concluso
* La citazione sulla pagina della capa.

Che valore hanno tutte queste persone? Grande. Ma non lo dico per piaggeria, e vi spiego perché.

A me piace pensare che Wikipedia verrà usata sempre più come strumento didattico (nelle scuole e non), per insegnare ai giovani di domani ad avere spirito critico. Wikipedia, infatti, non è scienza infusa (questa è la nozione vecchia di “enciclopedia”!), ma aiuta invece a farci le domande giuste mentre studiamo (e non solo): mi posso fidare di quanto è scritto qui? dove posso andare a cercare le conferme? Abbiamo infatti bisogno di (con)cittadini che siano curiosi e che abbiano mezzi fisici ed intellettuali per pensare con la propria testa, non di yes-men che ripetano le cose a macchinetta.

Questa non è una prospettiva da poco. E, quando penso a questi “compagni di scrittura” e a tutte le giornate passate con le dita su una tastiera, visualizzo proprio dei (con)cittadini che stanno aiutando a rendere tutto ciò sempre meno utopico. Poi, ecco, magari stiamo tutti sognando (a me piace!) e tutto ciò non lo otterremo mai. Beh, se così sarà avremo “semplicemente” raccolto, ordinato e categorizzato una quantità incredibile di scibile umano che di certo non andrà mai fisicamente persa. E scusate se è poco.

Giac83