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Correggere una virgola sbagliata è una buona azione?

Fra le varie caratteristiche rivoluzionarie di Wikipedia (e contiamo soprattutto quelle emergenti, non previste, affiorate invisibili con il tempo e l’avvento di lettori sporadici che sono diventati abituali che si sono trasformati in utenti che sono cresciuti in comunità (come un pratino genera fiori, ed il vento porta alberi, e gli alberi diventano foresta, e da lì un’intero ecosistema, un cosmo di funghi e animali e insetti e piante), fra le caratteristiche emergenti, dicevo, quella che preferisco è il suo aver creato uno strumeno, una piattaforma che permette buone azioni spicce, veloci, senza impegno.
E correggere una virgola sbagliata può essere considerata una buona azione?
Secondo me sì.
Donare un briciolo di conoscenza, aggiustare un paragrafo, allineare una frase o una data, in Wikipedia è per tutti, per le centinaia e migliaia di lettori che godranno del mio contributo (o ne trarranno danno, dipende dalla mia voglia e competenza nel migliorare il progetto, nell’aggiustare la virgola).

(CC-BY-SA, Cassinam)
Aubrey, 'admin di Wikisource, wannabe bibliotecario digitale'


Se infatti nel mondo reale costa fatica e dedizione impegnarsi in un progetto che porti risultati (anche e soprattutto nel campo del volontariato o del sociale), in Wikipedia chiunque di noi può donare qualche secondo e un pizzico della propria cultura. L’ordine vuole del lavoro, costruire costa fatica, e solitamente si regge sulle spalle di pochi.
Wikipedia ha invertito questa cosa, ha dato la possibilità di poggiare un’intera enciclopedia sulle spalle (e sulle teste e sulle dita) di migliaia e milioni di persone, prendendo da loro quello che loro sono disposti a dare.

In questo senso, Wikipedia ha democratizzato la buona volontà.
Ne basta proprio poca, in Wikipedia, e poco tempo e nessun soldo e poca fatica (il tutto mescolato con un po’ di curiosità e e un pizzico di voglia di imparare), per dare il proprio contributo. Possiamo essere buoni e bravi senza troppo impegno, nessuno ci dirà niente se facciamo troppo poco, bastano pochi secondi e il nostro contributo è lì, salvato, per tutti.

E secondo me questa è una cosa meravigliosa.

Aubrey

L’estrema fatica di essere neutrale

(CC-BY-SA Federico Perin)
Si descrive così: 'Medico patologo oltre la mezza età, appassionato di ambiente e di cavalli, con qualche nozione (da dilettante autodidatta) sulla programmazione in python.'


Tutto nasce dalla passione per i cavalli. Ma non la solita equitazione, le solite conoscenze che passano di bocca in bocca e si stratificano in conglomerati di luoghi comuni… quella che io chiamo “Horsematics”, cavalli e informatica, cosa che consente di scambiare idee, esperienze, suggerimenti e anche robuste conoscenze classiche in modo istantaneo, via web, contattando appassionati ed esperti di tutto il mondo. Un po’ della solita cura nel scegliere le informazioni giuste (come al solito) filtrando l’abbondantissima foffa che c’è nel web su qualsiasi argomento, ed è fatta.

Al primo approccio, Wikipedia mi spaventava sia per la forma che per i contenuti; mi sentivo perfettamente inadeguato per l’una e per gli altri. Ho preso quindi una strada indiretta: ho suggerito a Marjorie Smith, una notevole, e umanissima appassionata ed esperta, di scrivere qualcosa sul cavallo sferrato sulla Wikipedia inglese, e lei ha accettato. Piano piano, seguendo quell’articolo e la sua evoluzione, ho rotto il ghiaccio; ho incontrato la wikipedia in italiano, e ho trovato cortesi, pazienti tutor (non faccio nomi: Frieda). Però… i miei contributi erano faticosi, perché il mio interesse era concentrato su un argomento (cavalli) e, peggio ancora, era una visione molto poco NPOV (cavallo sferrato, addestramento senza dolore, monta senza imboccatura..): per quanti sforzi facessi, come tutti gli appassionati, parteggiavo. Mi costava un’estrema fatica essere neutrale. Pian piano mi sono scoraggiato, e i miei contributi sono caduti a zero.

Poi ho scoperto Wikisource: meravigliosa nicchia, in cui non esiste NPOV sui contenuti, al più sui formati e sulle linee guida. Ci sono arrivato attraverso reCAPTCHA e Internet Archive. E non l’ho più abbandonata.

Alex Brollo