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Vito Volterra, il pubblico dominio e Wikipedia

Il 21 gennaio l’associazione Liber Liber ha festeggiato a Roma il Giorno del Pubblico Dominio, e contestualmente anche i 10 anni di Wikipedia.

Abbiamo presentato alcune opere di Vito Volterra, il noto matematico fondatore del CNR, distribuito gratuitamente e in anteprima alcuni suoi e-book, fatto qualche riflessione sul pubblico dominio, raccontato delle energie che la libera condivisione può scatenare, e dei 10 anni di Wikipedia.

Vito Volterra


Abbiamo anche trasmesso un breve documentario che spiega cosa è una mediateca.

La festa si è tenuta presso i locali della biblioteca Nardi, in via Grotta di Gregna 27; la festa si è conclusa in modo conviviale con un piccolo rinfresco.

Qualche informazione in più:

Il Giorno del Pubblico Dominio è una iniziativa del progetto europeo Communia. La festa di Liber Liber è stata organizzata in collaborazione con il Centro NEXA su Internet & Società del Politecnico di Torino e con la biblioteca Nardi, del Comune di Roma.

Cosa è il Giorno del Pubblico Dominio.

In molti paesi del mondo – Italia inclusa – il 1 gennaio di ogni anno entrano nel pubblico dominio le opere di autori deceduti sett’anni prima. Quest’anno per la prima volta la giornata del pubblico dominio è stata festeggiata anche in Italia.

Il pubblico dominio, nella sua accezione più ampia, è la preziosa risorsa di informazioni che è libera da quelle barriere all’accesso o al riuso generalmente associate alla tutela del copyright, sia in quanto libera da ogni tutela sul diritto d’autore oppure perchè i detentori dei diritti hanno volontariamente deciso di rimuovere tali barriere. Il pubblico dominio è il fondamento del nostro riconoscimento come espressione del bagaglio comune di conoscenze e cultura. È la materia grezza dalla quale viene ricavata la nuova conoscenza e si creano nuove opere culturali. Il pubblico dominio funge da meccanismo protettivo onde assicurrea che questo materiale grezzo sia disponibile al costo di riproduzione – vicino allo zero – e che tutti i membri della società possano costruirvi sopra. Mantenere un pubblico dominio sano e florido è essenziale per il benessere sociale ed economico delle nostre società. Il pubblico dominio riveste un ruolo fondamentale nel campo dell’istruzione, delle scienze, del patrimonio culturale e per i dati del settore pubblico. Un pubblico dominio sano e florido rappresenta uno dei prerequisiti per assicurarsi che ogni persona al mondo possa trarre giovamento dai princìpi dell’Articolo 27 (1) della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani («Ogni individuo ha diritto di prender parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere dell’arte e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici»).

Marco Calvo

Tavola domenicale #8

Chiudiamo l’ottava settimana con un certo ritardo..

(CC-BY-SA, Wikimedia Foundation)
La copertina dell'Annual Report di WMF


Le ultime storie che abbiamo raccontato sono state quelle di Pigr8, Paola a proposito della festa a Rimini, MM sulla gita romana e Giuseppe con le notizie da Santa Ninfa.

In questi giorni Wikimedia Foundation ha pubblicato l’annual report 2009-10, che racconta l’anno fiscale che va dal primo luglio 2009 al 30 giugno 2010 e le previsioni per l’anno 2010/2011.
Nel report si parla di

  • piano strategico
  • Wikimania 2009
  • collaborazione col British Museum
  • le immagini donate dal Tropenmuseum
  • la campagna di raccolta fondi 2009/2010
  • tante altre cose..!

Dal nostro agente a Santa Ninfa (TP)

29 gennaio, nove di sera: al ristorante “Due Palme” inizia la festa del 10° compleanno di Wikipedia.

Mentre i ritardatari arrivano alla spicciolata, Giuseppe Catania, uno degli entusiasti che hanno organizzato la serata, parla brevemente della storia della Wikimedia Foundation e di alcuni suoi progetti e in particolare spiega la filosofia Wikimedia citando una frase di George Bernard Shaw:

Se tu hai una mela e io ho una mela e ce le scambiamo, allora tu e io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un idea e io ho un altra idea e ce la scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee

Nel frattempo sono arrivati tutti e Vincenzo Di Stefano può iniziare a mostrare le slide che approfondiscono le caratteristiche di Wikipedia presentando anche i dati ufficiali delle visite annuali del sito, delle persone che aderiscono al progetto, e delle donazioni record avvenute in questi anni, precisando ancora una volta che Wikipedia è un sito libero da pubblicità e che l’unica fonte di mantenimento sono i soldi che donano le persone, sottolineando che le enciclopedie a pagamento come Microsoft Encarta sono da abolire poiché “noi pensiamo che pagare per leggere sia un oltraggio ai diritti umani perché ognuno di noi deve essere libero di leggere”.

Infine Carlo Ferreri parla di open source e free software e di quanto ideologicamente questi due concetti siano simili al progetto Wikipedia.

Quindi parte la riproduzione delle WikiGuide, video che mostrano quanto sia facile aiutare Wikipedia…

Finita la riproduzione dei video si è sente un leggero brontolare allo stomaco e finalmente, con il sorriso stampato sulla faccia, i partecipanti ordinano le pizze, ma prima di cominciare a mangiare tutti brindano con un bel bicchiere di vino a Wikipedia… subito dopo si brinda una seconda volta per il Fondatore di Wikileaks Julian Assange che in fondo anche lui se lo merita!

Mangiate le nostre Wikipizze, qualcuno che ha bevuto un bicchiere di troppo decide di deliziarci con delle barzelette molto carine che sono gradite da tutti i partecipanti, nel frattempo gli organizzatori distribuiscono i gadgets e il materiale informativo ai partecipanti.

In conclusione è stata una grande esperienza per tutti noi, abbiamo fatto nuove conoscenze, abbiamo unito persone con gli stessi interessi, abbiamo passato una serata divertentissima e ovviamente noi non possiamo che ringraziare Roberto Corda, Vicepresidente di Wikimedia Italia, che ha avuto molta pazienza con me e ha creduto in un ragazzino di 21 anni con la voglia di fare finalmente qualcosa all’insegna della libertà nella Regione Siciliana.

Giuseppe

Guardate che si può sempre intervenire!

La mattina sotto un cielo nuvoloso ci siamo trovati davanti all’ingresso del Foro Romano: nonostante il fatto che la maggior parte dei giornali che hanno parlato degli eventi organizzati per l’occasione parlassero di una visita ai Fori imperiali, siamo riusciti a ritrovarci lo stesso.

(By Gigirex on Wikimedia Commons, CC-BY-SA 3.0)

Aspettando che arrivassero tutti ci siamo presentati, ovvero, ho costretto tutti a presentarsi e dire come mai si trovavano con noi (del resto tutti erano stati avvisati: lo scopo era conoscere e farci conoscere, no?) C’erano diversi wikipediani del progetto Roma, da cui era partita l’dea di fare qualcosa anche noi, non solo a Milano. Abbiamo anche conosciuto un imprenditore e sua figlia, studentessa di restauro, che avevano sentito l’intervista del presidente di Wikimedia su Radio2 e si erano incuriositi, il più giovane wikipediano attivo con la sua mamma, le insegnanti che si ritrovano le ricerche copiate dai loro studenti su Wikipedia. Speriamo che per tutti conoscere chi si nasconde dietro i misteriosi nick e soprannomi con cui collaboriamo al progetto abbia fatto capire quello che forse non è sempre così chiaro per chi si limita a leggere: “guardate che si può sempre intervenire” era il grido di battaglia.

Poi abbiamo fatto il biglietto e siamo entrati. Nel frattempo aveva anche cominciato a farsi una bellissima giornata con una splendida luce per le fotografie. E siamo passati alla seconda parte del programma: far conoscere. Abbiamo iniziato da una breve ripassata di ciò che si vedeva intorno a noi nel Foro, le fasi successive della sua evoluzione urbanistica e poi siamo passati all’argomento dichiarato. Un po’ una sfida: l’argomento scelto, in base alle preferenze della guida, era un po’ specialistico, ma siamo andati in giro per il Foro mostrando mensole, kyma ionici e lesbi e capitelli compositi e corinzi, con l’ausilio anche delle pagine e delle immagini tratte da Wikipedia scaricate sul mio tablet. Si era fatto persino caldo e siamo riusciti ad arrivare fino alla basilica di Massenzio e al tempio di Venere e Roma, la cui cella lato Colosseo è da poco nuovamente aperta alla visita. Ormai sembrava quasi una giornata di primavera e abbiamo cominciato a salutarci e ad avviarci alla spicciolata verso l’uscita.

MM

Alla fine poi ogni domanda suscita discussioni

E così anche a Rimini abbiamo festeggiato i 10 anni di Wikipedia. Non eravamo moltissimi a voler fare questa cosa, una decina di persone oltre a qualcuno che si è aggregato all’ultimo.
Abbiamo passato un pomeriggio in compagnia grazie all’ospitalità del nostro barista di fiducia, Marco, che ci ha permesso di attaccare qualche cartello.

Avevo preparato dei quiz, giusto per fare un giochino. Uno facile e uno difficile, su Wikipedia ovviamente. Inutile dire che il quiz facile è andato per la maggiore, quello difficile l’hanno scelto in pochi, diciamo chi passa al computer gran parte del tempo in cui non dorme… e non su Facebook! Il premio era piuttosto sostanzioso: un applauso. Alla fine poi ogni domanda suscita discussioni, sia sulle proporzioni del fenomeno Wikipedia e davanti ad un caffè o un aperitivo è stato bello discutere anche se tra pochi intimi (più qualche comparsa).

Paola R.

Io su wikipedia non c’ho mai scritto niente

Appunto.
Ho sempre pensato che c’ho il sapere enciclopedico, che è un modo grazioso per dire che non ne so abbastanza di niente per scrivere una voce.
Qualcuno dice cialtrone, ma insomma, si sa, ciascuno c’ha gli amici che si meritano.

(By Lyonora, CC-BY-SA 3.0)
La festa a Milano per i dieci anni di Wikipedia


Però delle cose da dire su Wikipedia ce le ho.
E la prima riguarda una frase detta da una persona che stimo alla festa dei 10 anni, a Milano. Che io alle feste, di sera, a Milano poi, ci vado difficilmente, ma quella sera, chissà com’è mi è venuto di andarci. E la persona che stimo, commentando la festa che era gradevole mi ha detto che secondo lui, per il servizio che fa Wikipedia, dovevano esserci le autorità, tipo il sindaco, e invece ovviamente niente. Ecco, secondo me aveva un sacco ragione, ed in effetti è un vero peccato che il sindaco non c’era, ma va be’, fa niente.
E poi volevo dire un’altra cosa, che poi smetto.
Io ho due figli, uno che fa le elementari e l’altro le medie. E mannaggia alla scuola dell’obbligo, le insegnanti non hanno ancora smesso di commissionare le ricerche. Le ricerche, quelle che quando facevo la scuola io c’era da prendere l’enciclopedia e copiare pagine e pagine, e qualche furbone le enciclopedie le ritagliava pure, e si pigliava gli accidenti della famiglia (ma faceva un figurone a scuola con la cartina del Nicaragua, ritagliata, appunto dall’enciclopedia).
Che nemmeno le fotocopie si facevano quando io ero alle elementari, che la fotocopiatrice è arrivata dopo.
I miei figli dicevo, ecco i miei figli mi chiedono di fare insieme la ricerca, ‘su internet’ dicono. E allora ci mettiamo lì e cerchiamo le cose, e non mi stanco mai di vedere la loro faccia stupita quando prima si trova subito quello che serve (con le foto) ma soprattutto si possono prendere i pezzi, quelli che servono (che la ricerca non deve essere troppo lunga che bisogna anche studiarla), e poi si può stampare tutto e che si risolve un problema in fretta.
Beh, prima mi chiedevano di andare ‘su internet’, ma dopo un po’ la fonte migliore, quella più completa, quella più precisa, era sempre Wikipedia. Che anche se è una enciclopedia per i grandi e fatta dai grandi, molto spesso ha quella lingua giusta che va bene persino per i ragazzi delle elementari.
Be’ insomma, è un po’ che i miei figli mi chiedono di andare direttamente ‘su Wikipedia’ che troviamo subito le cose che servono e si sistema tutto a modino.
E allora insomma, io su Wikipedia non ho mai scritto niente ma sono proprio contento che c’è, perché è un bel pezzo di sapere che è lì, disponibile, che con il sapere disponibile ci si fanno sempre un sacco di cose, e tutte belle.

Lele

Tavola domenicale #4

Cinque storie bellissime ci hanno tenuto compagnia per la settimana: hanno scritto per noi Leonardo Tondelli, Giac83, Xaura, Aubrey e Delphine Menard.

(CC-BY 2.0, Khantipol)


Se vi state chiedendo com’era vista Wikipedia “da fuori” nei suoi primi giorni (o anni) di vita, ecco un po’ di link utili dove andare a sbirciare:

Ten.wiki e la storia di Asaf

Per i dieci anni di Wikipedia è stato creato un intero sito con la duplice funzione di fornire informazioni sui festeggiamenti e coordinare i wikipediani. Manco a dirlo è un wiki e si chiama “Wikipedia 10”.
Sul sito c’è una pagina con scopi simili a quelli di Dieci anni di sapere, ossia raccogliere le storie delle persone con Wikipedia.

(CC-BY-SA-3.0 by Ynhockey, via Wikimedia Commons)


Ecco la prima, la storia di Asaf di Wikimedia Israele:

Back in 2001, an Internet-savvy friend told me about a Web site with an odd notion — writing an encyclopedia through massive collaboration on a public wiki system (i.e. an easily editable Web site). I had used wikis before then; I was a free-software and open-content enthusiast already (having founded Project Ben-Yehuda — a volunteer-run project creating digital editions of public domain Hebrew texts, akin to Project Gutenberg — in 1999), and yet the notion seemed laughable. I told my friend: “Well, good luck to them, but it’s not going to work. First, the Internet is becoming wilder, and there’d be plenty of vandalism, and second, massive collaboration would never be able to handle complicated, incendiary issues, such as the Arab-Israeli conflict.

My friend answered: “Well, perhaps. But I’ve been following them for a few weeks now, and I think it’s going well, and that it has potential.” That got me curious, and so I visited Wikipedia to see for myself. I was generally impressed with the seriousness with which most contributors were treating the project, and intrigued by the potential of core Wikipedia principles like “Assume Good Faith” and “Neutral Point of View”. I edited a few articles on topics I knew something about, read a few discussions and policy pages, but did not bother to register a user account. I kept checking in every few months, contributing corrections and improvements of style and grammar, still anonymously.

By 2003, I had created a user account, and was already confident in the success of the Wikipedia model. Wikipedia was flourishing in other major languages such as French and German, and it seemed obvious to me that Wikipedia would one day replace all general-purpose (but not field-specific) print encyclopedias.

In the summer of 2003, a university student in my native Israel decided it was time to start a Hebrew edition of Wikipedia. He translated the software interface into Hebrew, and got the Hebrew edition wiki opened, beginning with the article “Mathematics[1]”.

Learning of this, I immediately thought: “Oh, this is silly; Wikipedia works (surprisingly enough) in English, French and German, but Hebrew? Seven million native speakers are just not enough to form a contributor base! And Israelis are likely to perceive editing Wikipedia as doing something for nothing! And vandalism! And politics would ruin the whole thing! No, this is absolutely doomed; no point in even trying this, it’s a waste of effort. We should all just stick to cultivating the English Wikipedia.”

But then another part of me thought: “Well, yes, that’s all true, and yet — if a Hebrew edition of Wikipedia fails, let it not be because I didn’t contribute. I should participate a little and see how it goes; it’s my duty as a Wikipedian. So I signed up and wrote Hebrew articles in my academic field (classics) — Homer, Iliad, Herodotus, Thucydides, etc.

To my utter amazement (really!), the Hebrew Wikipedia took off, new contributors appeared, a community was being formed, and I found myself gradually switching my focus to contributing to the Hebrew Wikipedia. A few years later, I began taking an interest in the wider circle of Wikimedian activity — everything related to the Wikimedia Vision (working toward giving all humans access to free knowledge in their own language) that goes beyond editing the online projects: educational outreach, government outreach, fundraising, technological development, communications and press, international cooperation, research, etc.

In 2008, I joined Wikimedia Israel (an NGO formed in 2007), the Israeli chapter affiliated with the Wikimedia Foundation, and am now a member of its executive board. Through the chapter I have been engaged in fruitful and inspiring dialogue with our peers and colleagues overseas, produced events, gave talks, and worked on various outreach and technology projects within Israel. I even had the opportunity to be instrumental in delivering 1 million French Wikipedia articles, with pictures, to villages in Cameroon and Benin with no access to the Internet, through an Israeli student expedition.

The more Wikimedia work I do, the more inspired I am by this monument of human goodwill, and the more committed I become to furthering its vision of massive collaboration by the public for the public benefit, relying only on donations to keep its hugely popular servers running (Wikipedia is the 5th most popular destination on the entire Web) and to pay the small full-time staff that maintains them and runs educational and outreach programs worldwide.

I invite you all to join and support our work, whether by contributing time online (editing the projects, even fixing typos) or offline (volunteering with a local Wikimedia chapter or the Foundation), or by contributing money. Or both! :)

Asaf Bartov, Wikipedian since 2001 Israel

[1]There is something appropriate in this, as the Greek stem ‘mathema’ means ‘learning’.

Grazie, Wiki

Gianfranco, il primo utente che l’edizione in italiano ricordi, festeggia così il decimo compleanno di Wikipedia:

Grazie Wiki,

Il logo di Wikipedia nel 2001


oggi si segnano 10 anni di vita di questo Progetto e, prima di festeggiare, credo doveroso porgere un sentitissimo grazie a tutti i Wikipediani ed a tutti i lettori di Wikipedia. Ciò che è stato fatto in questi 10 anni è qualcosa di gigantesco, straordinario, un successo senza paragoni nell’ambito specifico ed un fenomeno senza precedenti in termini assoluti. Tutto questo lo dobbiamo a ciascuno di quelli che hanno editato nell’enciclopedia che ciascuno può editare. E vorrei che la gioia di poter fare un bilancio come quello che il Progetto fa oggi sia gioia di tutti e comune orgoglio.

Grazie perciò a tutti i Wikipediani per ciascuno dei loro edit, dal più insignificante al più sofferto, tutti ugualmente cari a ciascuno di noi lettori perché tutti hanno portato questo Progetto a crescere sino a rappresentare il più straordinario lavoro condiviso sino ad oggi conosciuto.
Grazie per aver portato questo Progetto ad essere allo stesso tempo l’enciclopedia con più contenuti, l’opera dell’Uomo con più collaboratori, il quinto sito web del Pianeta ed una tappa fondamentale della storia di Internet.
Grazie per aver consentito che Wikipedia incarnasse e consolidasse lo spirito originario della Rete, nata per consentire il progresso umano attraverso la libera condivisione delle conoscenze.
Grazie per aver aiutato questo Progetto a dimostrare che l’Uomo sa realizzare cose grandi anche quando non è il profitto lo scopo che le ispira e quando non è la gloria la remunerazione cui si può ambire.
Grazie per aver portato in Wikipedia le vostre emozioni, la vostra allegria, la vostra pazienza, la vostra pulizia morale ed intellettuale, la vostra creatività, la vostra voglia di esplorare sentieri non ancora percorsi camminandoci insieme.
Grazie per aver aiutato Wikipedia a diffondere i principi della neutralità e del consenso, proponendo un modello di interazione intellettuale prima di essa meramente utopico ed oggi invece pian piano sempre più noto e – chissà – forse un po’ più condivisibile.
Grazie per aver dato a ciascuno di noi lettori la stimolante percezione della raggiungibilità del sapere, evidenziando che il sapere deve essere alla portata di ciascuno, senza barriere sociali, economiche, politiche, religiose, etniche, o di qualunque genere, perché il sapere è una sorgente cui ciascuno deve potersi abbeverare in quanto diritto naturale di ciascuno. Se un giorno qualcuno, da qualche parte del Mondo, potrà migliorare la propria condizione perché Wikipedia lo avrà aiutato ad approcciarsi al sapere, se anche fosse una sola persona (e saranno di più), quel solo successo varrà tutto quello che è stato fatto in questo Progetto e tutta la fatica che ci avete messo, tutto l’impegno che ci avete speso, tutto l’amore che avete regalato a Wikipedia.

Grazie Wikipedia, grazie a tutti quelli che la fanno, grazie a tutti quelli che la leggono.

E’ un grazie commosso, sincero, gioioso, la cui profondità le parole che conosco non bastano a descrivere. Ci sono ancora tante tappe da doppiare, tanti traguardi da raggiungere, tanto sapere da distribuire. Ma se tiriamo un attimo il fiato e ci guardiamo intorno, almeno per oggi vorrei che tutti potessimo condividere e vivere insieme l’orgoglio di aver fatto qualcosa di veramente straordinario.

Grazie :-D
–g

Felice decimo anniversario, Wikipedia!

Anche Sue Gardner, Executive Director di Wikimedia Foundation, ha la sua storia da raccontare:

Ten years ago today, Jimmy Wales typed Hello World! into a wiki, and Wikipedia was born.

(CC-BY-SA Lane Hartwell)


Today, Wikipedia’s the fifth most-popular site on the internet, and the only site in the top 25 that provides a wholly non-commercial public service, backed by a non-profit. It’s the largest collection of information ever assembled in human history: free to use, and free of advertising. If you’re reading it, it’s for you :-)

The anniversary’s an opportunity for us all to reflect on Wikipedia: its social impact, and what we want to accomplish in the next ten years. There’s been a lot of thoughtful media coverage over the past few weeks: you can read a lot of it here.

What makes me happy about the coverage is that it seems like people’s attitudes towards Wikipedia have finally turned an important corner.

In its early years, Wikipedia was one of our culture’s dirty little secrets: everybody used it, but very few were comfortable saying so. For the longest time, the only people who openly admitted loving Wikipedia were early adopters and iconoclasts.

Today though, journalists, educators and culture critics are finally embracing Wikipedia, acknowledging that its strengths vastly outweigh its weaknesses, and that its fundamental premise works. (A reporter told me the other day that mocking Wikipedia is “so 2007.” LOL.)

So today, we celebrate all the people who built this extraordinary thing. The engineers who made the code. The people who write the articles, fix the typos, smooth the text, localize the software, answer readers’ mail, and fight off vandals and POV-pushers. The donors, who pay the bills.

I invite you to check out this page, where there are listed (at last count) 454 Wikipedia anniversary parties, conferences, film screenings and other events. If you can come to one –even if you’ve never edited or even ever met a Wikipedian– please do!

And if you can’t be with us in person, why not do a little celebratory editing? Wikipedia wants your help: here’s a really great place to get started.

Thank you to everyone who’s helped to build Wikipedia. What you’ve done is amazing. Happy anniversary!

Sue Gardner, Executive Director